Sono tanti i film dei primi anni Duemila che hanno segnato la storia del cinema e anche quella personale degli spettatori, diventando una pietra miliare del proprio bagaglio emotivo. E L'ultimo bacio, manifesto sentimentale di Gabriele Muccino del 2001, è senz'altro tra questi. La pellicola, in streaming su Disney+, fotografa in modo onesto e senza filtri i tormenti, i dubbi, le piccole felicità, gli scivoloni dei trentenni. E non soltanto di chi aveva 3o anni nei primi anni Duemila: è un affresco universale e senza tempo. Nonostante siano passati 24 anni dalla sua uscita, il film rimane incredibilmente attuale: Carlo e Giulia, interpretati da due intensissimi Stefano Accorsi e Giovanna Mezzogiorno, sono il riflesso dell'instabilità di una generazione che prova a diventare adulta, spesso facendo plateali errori.
Intorno a loro gravitano amici altrettanto spaesati, vittime dell'inconcludenza, della noia, della routine, della frustrazione. Ci si può riconoscere in ciascuno di loro, a volte anche in tutti: questo è uno dei principali motivi per cui riguardare L'ultimo bacio anche a distanza di 20 anni - e anche se non siamo coetanei dei protagonisti - è ancora un'esperienza dolceamara. Ne abbiamo individuato altri quattro (come se servisse un motivo per fare rewatch).
L'ultimo bacio è un manifesto generazionale che ha superato la prova del tempo
I protagonisti del film sono una coppia in attesa della prima figlia che, davanti a questo enorme cambiamento, si ritrovano a vivere la stessa esperienza in due modalità totalmente diverse: la prima va modalità "nido", desiderosa di attenzioni e di risposte; il secondo finisce nel pieno di una crisi dei 30 anni che lo porta a tradire la fidanzata e a "ghostare", come diremmo oggi, la giovanissima studentessa di cui si invaghisce (Martina Stella). Rivedere L'ultimo bacio oggi, nonostante i lavori altrettanto maturi realizzati da Gabriele Muccino negli anni a seguire e nonostante il sequel Baciami ancora del 2010 (con Accorsi e Vittoria Puccini, non altrettanto riuscito), regala ancora quel senso di profondo spaesamento propria dell'età del cambiamento, quella in cui si diventa adulti.
Il litigio tra Carlo e Giulia fa ancora male
Gabriele Muccino ha girato in piano sequenza, ovvero senza stacchi di montaggio e in un unico take, la tremenda litigata dei protagonisti quando Giulia/Giovanna Mezzogiorno scopre di essere stata tradita da Carlo/Stefano Accorsi. La spontaneità con la quale lui prova a fare ammenda (senza riuscirci) e lei gli vomita addosso tutto il suo odio è da manuale: un momento di cinema che parla dei protagonisti del film ma anche delle nostre relazioni.
Il cast è superbo
Molti degli attori di punta del nostro cinema, insieme a Accorsi e Mezzogiorno ai tempi già noti, sono nati artisticamente sul set del film: Pierfrancesco Favino, Claudio Santamaria, Sabrina Impacciatore, Martina Stella e Giorgio Pasotti sono solo alcuni dei nomi, allora emergenti(o quasi) a comparire nella pellicola. Per non parlare delle star italiane già famose: nel cast ci sono anche Stefania Sandrelli e Sergio Castellitto.
La canzone di Carmen Consoli è memorabile
In pochi sanno che, in effetti, è stata proprio la canzone di Carmen Consoli che fa da main track al film a dargli il titolo: inizialmente, nell'idea di Muccino, la pellicola doveva chiamarsi Non sono pensieri carini. Il brano, che racconta la fine di un amore in chiave malinconica, riflette perfettamente l'esperienza di Carlo e Giulia: Consoli stava lavorando alla canzone mentre Muccino metteva insieme il cast per il suo progetto: oggi sono indissolubilmente, ed eternamente, legate.