È chiaro che ci sia un’urgenza precisa, anche ambiziosa, dietro l’imponente Marra Stadi 2025, il tour in sette date di Marracash (abbiamo assistito al live di Torino sabato 14 giugno, 37 mila presenze registrate). Ed è portare sul palco il dualismo tra il rapper (127 dischi di platino in 20 anni di carriera) e l’uomo, per riconnetterli e trasformarli in un unicum destinato a non scindersi più. Una necessità umana, prima che artistica, una scelta dettata, forse, dal desiderio di dare un ordine al caos, di rimettere a posto ciò che è accaduto negli ultimi anni nella vita del King del rap - dal titolo del suo terzo album del 2011 - e in quella di Fabio Rizzo, 46, suo vero nome.
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Il dualismo tra Marracash e Fabio
Per rappresentare questa costante lotta tra il dottor Jekyll e il signor Hyde del suo sé interiore, Marra ha lavorato a un concept show, un "epic movie" con una scenografia ispirata a un laboratorio scientifico (la MIND Industries, un'entità incaricata del "Monitoraggio Interiore per la Neutralizzazione del Distacco") dove un gruppo di scienziati lo sottopone a continui esperimenti, in uno scambio di personalità con l’alter ego Fabio, costretto in una capsula dalla quale riuscirà a uscire solo in uno degli ultimi atti dello show (in tutto sono sei: Ego, Memorie, Dubbi, Qualcosa in cui credere, Amore e Reconnect). Con la voce narrante di Matilda De Angelis, intermezzi dialogati e un andirivieni di ballerini/scienziati (con tanto di camice bianco) Marracash porta in scena il repertorio della sua trilogia: (Persona, 2019), Noi, Loro, Gli Altri (2021) ed È Finita La Pace (2024). Dall'ultimo album, i momenti di rap duro e puro ("Power Slap", "Sport") e le canzoni più soft ("Gli sbandati hanno perso", "Vittima"). Nel prato e sugli spalti il suo pubblico, quello con le mani alzate, che va sempre a tempo, che non perde una barra, che regala un boato dietro l’altro e che infine esplode su "Factotum". Perché a sentire Marra c'è la gente che si riconosce nei suoi testi, chi almeno una volta nella vita si è sentito come quegli invisibili "mangio male e poco sesso" che Fabio ha sempre incluso e raccontato nella sua arte. C'è una magia speciale che lega gli occhi di chi guarda lo spettacolo: un patto non scritto, un invito a sostenersi l'un l'altro. Regole del rap, con il King, primo artista nel suo genere a riempire gli stadi (doppia data a Milano il 25 e 26 giugno), a guidare la rivoluzione: la sua musica è per tutti, e i 270mila biglietti venduti del tour ne sono la prova.
Madame, L'anima di Marracash
Il momento più bello di tutto lo show è quando sul palco arriva Madame, sposa distopica in un abito di tulle bianco, "L'anima" di Marracash ("che sei l'anima, sei la mia metà/Come sei fatta nessuno lo sa"). Il duetto è meraviglioso, l’ovazione un crescendo. Ospite fissa del tour, Madame rientra sul palco da sola, poco dopo per un momento tra il quinto e sesto capitolo con "Per il tuo bene". On stage c'è anche Paola Zukar, signora del rap, manager di entrambi (ma anche di Fibra, Clementino e i nomi più importanti della scena), massimo esponente dell’hip hop in Italia. «Mi sono prestata a un cameo», ci ha raccontato prima dello show «è così sono rimasta incastrata a essere presente a ogni data!». Anche Marracash è passato in sala stampa prima di salire sul palco: «È un live particolare perché ha velleità di essere uno spettacolo e non solo un concerto», ci ha spiegato. «Non abbiamo cercato di fare furberie con guest e ruffianate con la maglia del Napoli ma funziona lo stesso, perché c’è l’affetto della gente vera, che è la cosa più bella». Non abbiamo certezza che il riferimento della maglia del Napoli fosse per Elodie, la sua ex, che invece l’ha indossata due giorni prima nella data allo stadio Maradona. Ma la sensazione è un po' quella perché alla fine, diciamolo, se proprio un'assenza si è sentita è stata proprio quella di Elodie (noi grandi fan della storia tra i due, nata nel 2019 sulle note di "Margarita" e finita due anni dopo). Un vuoto che si è fatto musica, quando Marracash ha intonato "Lei" (nel quinto atto Amore), una ballata romantica che molti pensano sia dedicata a Elodie (in realtà non è così, il testo è una riflessione sulla vita).
Marra stadi 2025, il rap come non l'avevamo mai visto
Giochi delle coppie a parte, se dovessimo tracciare un bilancio della calda serata di Torino diremmo che lo show di Marra ha diverse chiavi di lettura. Si può andare ad ascoltarlo e godersi lo spettacolo, le canzoni, la performance (dal vivo Marracash assorbe tutta l’energia del pubblico e la rende indietro amplificata), senza sapere (o capire) niente del concept e dell'epic movie. Sembrerà strano vedrete un occhio gigante sul palco e dei robot che si animano? Forse, ma l'esperienza visiva colpisce anche senza sinossi. Oppure si può andare ad ascoltare il tour negli stadi con la consapevolezza del racconto che lo ha generato: le due anime dell’artista e dell’uomo, la lotta per mantenere l'una e l’altra, la suddivisione in sei atti e la chiave cinematografica con cui vanno decifrate le inquadrature spalle al pubblico e quei momenti parlati con Matilda De Angelis. Resta il dubbio (e la curiosità) che questo esperimento cinematografico possa preludere a un'evoluzione nell’arte del King. Ci sarà un docufilm, un progetto, un nuovo linguaggio con cui raggiungere sempre più persone? Le questioni restano aperte, così come la voglia di tornare a vederlo, e a sentirlo: Marra tra la sua gente, lui, il King del nostro rap.