Il cinema di Paolo Sorrentino è fortemente influenzato dallo sguardo personale dell'autore, preciso e talvolta straniante. Regista e sceneggiatore nato a Napoli, Sorrentino racconta il nostro tempo con un linguaggio visivo riconoscibile e potente. La sua carriera lo porta a calcare i red carpet più prestigiosi, da Cannes agli Oscar, però mantenendo sempre una distanza riflessiva dal mondo che immortala. Nella biografia di Paolo Sorrentino c'è il segno di una tragedia insieme alla forza della vocazione. Ripercorrere il suo cammino artistico e personale, dai primi passi fino al successo internazionale, può aiutare a capire meglio la visione e lo stile che ha definito la sua identità creativa.
LEGGI ANCHE:
- Parthenope, ode alla giovinezza
- La bellissima amicizia tra Paolo Sorrentino e Toni Servillo
- Le nomination dei David di Donatello 2025: la regia è (finalmente) donna
Chi è Paolo Sorrentino
Nato a Napoli nel 1970, Paolo Sorrentino cresce tra i quartieri dell'Arenella e di Soccavo. La sua adolescenza è segnata da un grave lutto: la perdita improvvisa dei genitori quando ha soli 16 anni. Un evento che lo scuote profondamente, influenzando il tono malinconico e introspettivo che spesso affiora nelle sue opere. Dopo aver frequentato il liceo classico, s'iscrive alla Facoltà di Economia, ma la passione per il cinema lo spinge a cambiare strada. A 25 anni decide di dedicarsi alla regia.
Vita privata
Discreto e riservato, Sorrentino è sposato dal 2011 con Daniela D'Antonio, giornalista e amica d'infanzia. La coppia ha due figli, Anna e Carlo. Napoli, città d'origine, rimane un punto fermo nella vita e nel suo immaginario artistico. Nonostante i riconoscimenti internazionali, continua a mantenere un legame forte con le sue radici.
Gli esordi come sceneggiatore e regista
Secondo la biografia di Paolo Sorrentino, il futuro premio Oscar inizia ad approcciarsi al mondo del cinema come assistente alla regia. I suoi primi lavori includono cortometraggi e collaborazioni televisive. Scrive sceneggiature che - sebbene non sempre vedono la luce - gli consentono di affinare lo stile. Il primo film da regista, L'uomo in più (2001) con Toni Servillo, mostra subito la cifra distintiva del suo cinema: personaggi ambigui e tormentati, estetica curata, dialoghi carichi di ironia e amarezza.
I film che hanno segnato la carriera di Paolo Sorrentino
Tra i film e programmi TV di Paolo Sorrentino, spiccano titoli che raccontano solitudini, potere e disincanto. Dopo L'uomo in più, il successo cresce con Le conseguenze dell'amore (2004) e Il divo (2008), entrambi interpretati da Servillo, ormai attore di riferimento per Sorrentino. Il divo racconta con taglio grottesco la figura di Giulio Andreotti, conquistando il Premio della giuria a Cannes. Seguono This Must Be The Place (2011), con Sean Penn, e La grande bellezza (2013), opere che lo consacrano a livello mondiale. Paolo Sorrentino si cimenta anche con i serial: riscuote successo di audience e critica scrivendo e girando la miniserie TV The Young Pope, con Jude Law, seguita da The New Pope, sulle vicende di un Papa giovane e statunitense, alle prese con le scelte del suo pontificato e quello che verrà dopo di lui. Dal post-Oscar in poi, ad esempio con Youth, si rinnova la voglia del regista di esplorare nuovi linguaggi e formati. Grazie agli ultimi film, È stata la mano di Dio (2021) e Parthenope, Paolo Sorrentino torna a Napoli e alle sue origini. Con il primo conquista il Leone d'Argento a Venezia, il secondo è il simbolo di un tuffo ancora più profondo nella città, attraverso la memoria e l'immaginazione.
Il successo internazionale e l'Oscar per La grande bellezza
Con La grande bellezza, Paolo Sorrentino raggiunge il pubblico globale. L'opera vince l'Oscar nel 2014 come miglior film straniero, il Golden Globe, il BAFTA e numerosi premi europei. Il lungometraggio, ritratto lirico e decadente della Roma contemporanea, riflette sul tempo, sull'arte e sulla vanità della vita mondana. Da questo momento, Sorrentino entra nel gruppo di registi italiani il cui lavoro è ampiamente riconosciuto anche all'estero.
Stile registico e temi ricorrenti nelle sue opere
Il cinema di Paolo Sorrentino è riconoscibile per l'uso di movimenti di macchina eleganti, inquadrature simmetriche e una colonna sonora sempre significativa, mai accessoria, che riflette anche i gusti e gli ascolti dello stesso regista. I protagonisti dei suoi film sono spesso uomini solitari, segnati dal peso del passato e dalla ricerca di senso. Temi come la solitudine, la memoria, la notorietà e la crisi d'identità attraversano la sua filmografia. I luoghi diventano spazi dell'anima: hotel, palazzi, città maestose come Roma e Napoli non fanno solo da sfondo, ma sono parte integrante del racconto.
Paolo Sorrentino come autore di libri
Accanto alla carriera cinematografica, Paolo Sorrentino scrive anche romanzi. Il primo, Hanno tutti ragione (2010), arriva finalista al Premio Strega. Seguono altri libri, come Gli aspetti irrilevanti, in cui torna a esplorare il linguaggio e i personaggi con lo stesso sguardo ironico e disincantato dei suoi film.
La scrittura è per lui una forma complementare al cinema, un altro modo per interrogare la realtà. Oggi Paolo Sorrentino porta avanti la sua personale visione, lucida, mai scontata e che racconta l'umanità nelle sue fragilità più silenziose, offrendo sempre un barlume di verità, anche quando si distoglie lo sguardo.
Articolo scritto da collaboratori esterni, per info e collaborazioni rivolgersi alla redazione