Nasce come cantante e nel 2019 vince Sanremo Young. Tecla Insolia ora ha 21 anni e già detiene un record. È la più giovane attrice con la doppia candidatura ai premi cinematografici più prestigiosi del nostro Paese: Miglior protagonista (per la serie- uscita anche al cinema-L’arte della gioia) e Miglior non protagonista (per Familia).


Cosa stavi facendo e qual è stato il tuo primo pensiero quando hai saputo della doppia candidatura?

Non ho guardato la diretta, ero troppo in ansia, stavo mangiando. Poi ho visto una sfilza di messaggi nella chat de L’arte della gioia e ho pensato, bene, Valeria (Golino) ce l’ha fatta. Cerco sempre di non aspettarmi le cose, soprattutto quando sono grandi, di mantenerle nella giusta dimensione... Mi ha chiamato il mio agente e ha iniziato a ridere come un pazzo. Mi dice della candidatura per la serie e rimango paralizzata. Poi mi dice di Familia e balbetto: no, scusa un attimo, cioè? Intanto m’affogo mangiando il mio pollo e i miei asparagi, con Sara Petraglia davanti a me che inizia ad abbracciarmi: dovevamo partire per Fano nel giro di un’ora, avevamo una presentazione del film L’albero. Se non hai aspettative gli eventi ti sorprendono e quella spontaneità è preziosa. Quando mi sono ripresa ho chiamato mia madre. Mi ha detto: ma sì, è il premio che hai vinto la settimana scorsa... No mamma, quello era il "Davidino", questo è il David dei grandi... Si è messa a piangere e lì sono scoppiata anche io.

Il momento indimenticabile sul set?

Quando ho visto per la prima volta Valeria Bruni Tedeschi e Jasmine Trinca. Ero talmente emozionata e felice che mi è venuto da piangere, ma mi sono nascosta. Entrare in una cosa così grande di affetto, cura e riconoscimento con attrici che ammiro... E poi anche quando Valeria Golino, all’ultimo provino, mi ha detto: usciamo. Ci siamo sedute e entrambe abbiamo fatto la stessa cosa, senza guardarci, abbiamo chiuso gli occhi col viso rivolto al sole. Lei si è accorta e mi ha detto: sei una delle cose più vicine a me. E così sono diventata Modesta nell'Arte della gioia. Sono stati il suo sguardo e la sua direzione a farmi essere quel personaggio imponente e bellissimo, è successo qualcosa di speciale che non credo si ripeterà... In Familia ho un ruolo piccolo ma fondamentale nella storia, Giulia è un personaggio che dona speranza perché porta amore e luce nella vita al protagonista. Un pensiero che rimane. Mi ha fatto capire l’essenzialità di un ruolo.

C’è qualcosa di nuovo che vorresti provare?

Vorrei riuscire a trovare un giusto equilibrio fra le cose che faccio e le cose che voglio... E vorrei fare un’esperienza che sbaragli completamente le mie sicurezze. Prendere e partire, studiare recitazione in un altro Paese ma allo stesso tempo mi piacerebbe interpretare ruoli sempre diversi, come è successo con L’albero dove affronto il tema della tossicodipendenza. Dopo Modesta mi chiedevo: cos’altro ci può essere? Invece...

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Nicolò Parsenziani


Bomber di pelle, polo crop di cotone e denim, tutto Celine by Heidi Slimane.


C’è una curiosità che la gente ancora non sa di te?

Non riesco a guardare le scene dei film dove i personaggi fanno qualcosa di estremamente imbarazzante, che li mette in difficoltà. Devo distogliere lo sguardo, perché empatizzo troppo con l’attore. Succedeva anche da piccola coi cartoni animati... E detesto ascoltare la mia voce, fin da bambina, quando ho iniziato a cantare. Se i miei genitori mettevano i miei video al computer per farli vedere agli amici io iniziavo a urlare. Mi vergognavo talmente tanto che mi nascondevo sotto il tavolo. Con la recitazione è diverso perché non sono io. Cantare invece è una cosa molto, molto intima. Adesso faccio anche fatica a esibirmi, un po’ mi blocco...

Ti piaci di più quando...

Sono sicura delle cose che penso e che voglio. Lo dico come se fosse un evento straordinario perché mi rendo conto di essere molto malleabile, un po’ per il mio lavoro perché penso sia giusto essere plasmabile, non definita. Quando riesco ad imporre una cosa che voglio e che sento mi piaccio. Banalmente, quando mi fido di quello che sto dicendo parlando di politica coi miei genitori.

L’errore che ti è servito?

Negli anni, ho sviluppato un’ossessione per tutte le cose scomposte, non simmetriche, non canoniche del mio viso, del mio corpo. Mi rendo conto che è stata una perdita di tempo. Perché ho compreso che invece c’è una forza nella particolarità dei volti, che qualcuno può amare la gobbetta sul naso, come ha fatto Valeria Golino...

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Nicolò Parsenziani

Felpa crop di cotone, gonna a tubino di sablé compact e slingback di pelle spazzolata, tutto Prada.

C'è qualcuno di famoso, un personaggio del passato, a cui vorresti dire qualcosa?

Del passato, Goliarda Sapienza, le chiederei: potrei essere la tua Modesta? Anche se essere la Modesta di Valeria è già un grande traguardo. Del presente, Mariangela Gualtieri, le sue parole sono nutrimento, ne abbiamo tutti bisogno.

La migliore lezione che i tuoi genitori ti hanno insegnato?

Tornare, dopo tanto tempo, da loro a Piombino, alla vita quotidiana di tutti i giorni è una grande lezione, sempre: aspira i peli del cane, vai a prendere tuo fratello a scuola... Siamo una famiglia molto umile, i miei sono siciliani che si sono trasferiti prima al nord e poi in Toscana per trovare nuove possibilità. Non sono una persona cresciuta nell’agio, nella sicurezza intellettuale, ma nell’amore sì. Nel bene e nel male devi essere sempre pronta ad aiutare gli altri, questa è la lezione.

Nessuno si deve permettere di...

Di imporre la sua volontà sulle persone, nessuno si dovrebbe permettere di togliere a un popolo la sua terra, di dire a una persona transgender che non esiste, a una ragazza lesbica che è sbagliato amare la sua compagna, di dire a un ragazzino che vuole danzare di giocare a calcio.

Se potessi vedere un solo film per tutta la vita, quale sarebbe?

Un film che non smette mai di annoiarmi e continua a farmi piangere e pensare è Little Miss Sunshine.

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Nicolò Parsenziani

Completo smoking in cady di seta, Giorgio Armani; anello d’oro rosa con pavé di diamanti e diamante, Collezione Closer di Crivelli; pumps di camoscio, Gianvito Rossi.


Di cosa vai particolarmente orgogliosa?

Di evolvere costantemente. Penso che sia facile perdersi quando intorno hai molte conferme, persone meravigliose che ti offrono il loro tempo e le loro esperienze. Sono orgogliosa del fatto che imparo. E anche di un’altra cosa: mi posso sentire meno brava di qualcuno, meno colta, meno capace, ma il senso di inadeguatezza che la società impone sulle ragazze e sulle donne, quello, è qualcosa a cui non darò la soddisfazione di soccombere.

C’è l’amore della tua vita?

C’è. Grande, forte. Penso che sia l’emozione che mi muoverà sempre.

Il tuo armadio è pieno di...

Quaderni. Mi sono appena trasferita e il mio armadio è confusionario come me. Mi piace tenere le cose a vista, tutto, anche i vestiti. Compro sempre quaderni nuovi. Mi piace disegnare, mi piace scrivere e i miei quaderni sono un po’ dovunque.

Una cosa che ti fa stare subito bene?

Mi sono resa conto di non avere un’attività precisa per caricarmi di energia. Ho sempre dato per scontato che fosse qualcosa legato alla creatività come disegnare o scrivere, guardare un film, ascoltare musica. Essere abbracciata mi fa stare subito bene.

Un ricordo legato ai David?

Il discorso di Matilda De Angelis: «In questo momento mi vengono in mente solo parolacce...». E quello mitico di Valeria Bruni Tedeschi, quando ringrazia la sua “povera psicanalista”...

La decisione più difficile che hai preso nella tua vita?

Trasferirmi a Roma non è stato facile. Sono abituata a stare fuori casa per tanto tempo ma ho due fratelli più piccoli e perdermi la loro quotidianità è la cosa più faticosa, questo sfuggire delle cose, il non esserci fisicamente. E intanto loro crescono...

Tre donne registe candidate per la prima volta ai David. Hai voglia di “gridare” qualcosa?

Non sento il bisogno di urlare per essere felice di questa cosa. Mi viene da dire: finalmente. Quanto coraggio e quanti sforzi ci vorranno per essere riconosciute come donne e per arrivare al punto che tre donne registe diventino la normalità e non siano più una notizia?

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Tecla Insolia in slip dress in crêpe di seta dettaglio bralette, Gucci; chocker d’oro rosa con diamante taglio goccia, Crivelli.



(Styling di Monica Curetti. Foto di Nicolò Parsenziani. Ha collaborato Gabriele Ciciriello. Capelli Gianluigi Gargaro con assistente Monica Villa Aldo @ The Agency Aldo Coppola. Trucco Arianna Campa using Comfort Zone con assistente Mara Giannini @ Blend Mgmt).