Esiste un problema, nella narrazione dei media riguardo ai corpi, soprattutto ma non solo, delle donne. No, qui non parliamo di social, ma di testate giornalistiche, programmi televisivi e radiofonici, che dovrebbero essere nelle mani di persone dotate di quegli strumenti (intelligenza, sensibilità, voglia di stare al passo con i tempi) che ti impediscono di dire e fare scemenze. Così, talvolta, non è, e se sale un po' di amarezza nel leggere certe riviste che sembrano fatte di caption di Instagram collegate tra loro, ci si arrabbia, purtroppo, molto di più quando succedono cose come quella della copertina del magazine di gossip Caras. La redazione del giornaletto argentino, infatti, ha pensato fosse una mossa furba quella di mettere in copertina la regina d'Olanda (di origine argentina) Maxìma Zorreguieta, insieme alla figlia maggiore, nonché erede al trono, Catharina-Amalia, di 16 anni, descritta nel titolone "vestita con un look plus-size indossato orgogliosamente".

Eh, ma se sei famoso certi commenti li devi mettere in conto, diranno. Una volta, risponderei volentieri, perché se c'è qualcosa su cui si sta lavorando, litigando e anche un po' combattendo, è proprio il come si parla del corpo femminile, ed è qualcosa che, famosi compresi, necessita di seguire nuove regole, nuove forme. Nessuno nega che si possa parlare del fisico, del volto, delle gambe, dei peli sotto le ascelle, di una persona, noi per prime vogliamo farlo, dichiarandoci magre e contente, grasse e contente, scontente in entrambi i casi, indifferenti, ma dovrebbe essere un imperativo chiederci "tu com'è che ti senti nel tuo corpo?". Billie Eilish, per esempio, lo ha spiegato e mostrato in modo parecchio efficace, dicendo, in sostanza, che tutto quel chiacchiericcio intorno a com'è fatta, che forma ha, è intrusivo, morboso, sbagliato e che lei, del suo corpo, vorrebbe poter parlare nel momento e nel modo che le appartiene. Il cuore della questione sta, crediamo, in quel "orgogliosamente", che fa parlare Amalia, che le fa dire come si sente, nei suoi 16 anni, nel suo corpo. Lei, però, non ha detto nulla, a lei, però, non è stato chiesto nulla, e come si fa, quindi, a scrivere di orgoglio plus-size? Si fa mentendo, inventando, considerando zero il sentire di chi sbatti in copertina, che, dettaglio non da poco, è pure un'adolescente, con tutti i casini che ciò comporta.

Il corpo delle donne, e ancor più quello delle ragazze, non deve diventare un tabù, ma le donne e le ragazze devono essere incluse nella narrazione. Non è pensabile, oggi e forse mai, eliminare la pratica di descrivere le persone (tutte, a prescindere da sesso e genere d'appartenenza) in base a come sono fatte, talvolta il giudizio fa male, altre volte lusinga, e questo sì, fa ancora parte del pacchetto di privilegi e di disagi dell'essere un personaggio noto, ma pensare che sia lecito dire, senza avere alcuna testimonianza a riguardo, come qualcuno si senta nella propria pelle, è folle e sbagliato. Poche ora fa, infine, la rivista ha rilasciato una dichiarazione in cui afferma che la storia di copertina era stata pensata per affrontare la stigmatizzazione delle taglie forti e per "ispirare le lettrici che potrebbero essere alle prese con i problemi di fiducia e positività". Okay, redazione di Caras, ottimo intento, la prossima volta, vista la montagna di critiche che avete ricevuto con questa mossa, fate una bella intervista con qualcun* che abbia voglia di raccontarvi quanto sia "orgogliosamente plus-size".