Il calendario dice estate, ma le statistiche parlano di inverno. È la realtà del nostro Paese, dove insieme alle temperature si alza progressivamente l'età media della popolazione: accade perché, mentre l'aspettativa di vita si fa più lunga, la natalità continua a calare, portando l'Italia in quello che si definisce "inverno demografico". Il fenomeno è globale e investe soprattutto i paesi occidentali, ma ci vede spesso come fanalino di coda. Nel 2022 per la prima volta le nascite sono scese al di sotto delle 400.000, con un tasso di fertilità di 1,3 figli per donna, il più basso in Europa (Eurostat). Le ragioni sono di natura pratica ma anche culturale. I forti legami famigliari, insieme alle incertezze economiche e occupazionali, portano i giovani a lasciare la casa dei genitori (e quindi mettere le basi per poter diventare a loro volta genitori) sempre più tardi; di conseguenza si sposta sempre più in là l'età media delle madri alla nascita del primo figlio. Questo non significa che non ci sia più il desiderio di metter su famiglia, ma che la tendenza più diffusa è quella di affrontare "gravidanze tardive" - con tutte le difficoltà del caso. La fertilità femminile, infatti, inizia a calare già dopo i 35 anni, ben prima quindi dell'ingresso nella menopausa.
Le donne tra famiglia, società e biologia
Cambia il ruolo delle donne nella società rispetto a come era anche solo qualche decina di anni fa: spesso impegnate in iter formativi prolungati, in cerca di affermazione nel mondo del lavoro, si trovano ancora in molti casi a dover scegliere tra famiglia e carriera. La natura, però, non segue le stesse trasformazioni e continua a presentare un rapporto inversamente proporzionale tra età e fertilità femminile. Accade perché, anno dopo anno, calano progressivamente sia il numero di ovociti contenuti nelle ovaie che la loro qualità. Di conseguenza, se a 23 anni ogni ovulazione ha il 28% di probabilità di trasformarsi in gravidanza, tali probabilità sono più che dimezzate dopo i 40 anni. Aumenta anche la probabilità di andare incontro ad aborti spontanei, che passa dal 14% sotto i 35 anni al 40% dopo i 40 anni. Stando ai dati più aggiornati dell’Istituto Superiore di Sanità, l’infertilità in Italia riguarda circa il 15% delle coppie mentre, nel mondo, circa il 10-12%. Davvero tante coppie, che talvolta arrivano a sentirsi talmente assorbite in questo desiderio, da mettere in stand by tutti gli altri progetti personali.
La scienza che aiuta a preservare la fertilità
La ricerca di una gravidanza in età avanzata passa sempre più spesso attraverso il ricorso a tecniche di procreazione medicalmente assistita (PMA), con tecnologie all'avanguardia che permettono di ridurre il tasso di aborto e ottimizzare i risultati dei trattamenti. In Italia dal 2015 è possibile rivolgersi alle Cliniche del Gruppo IVI, presente a Roma con una struttura di terzo livello, e a Milano e Bari con strutture di primo livello. Nato nel 1990 come prima istituzione medica in Spagna specializzata interamente nella riproduzione umana, è uno dei centri europei con i migliori tassi di gravidanza.
Tra le possibilità che è bene conoscere quando si tratta di fare scelte su uno degli aspetti più importanti e delicati delle nostre vite, c'è il trattamento che consiste nel prelevare i propri ovuli quando la fertilità è più alta, e conservarli o congelarli a -196° per poterli utilizzare quando arriverà il momento di allargare la famiglia, avendo quindi le stesse probabilità di gravidanza che si sarebbero avute al momento della preservazione. Per farlo, IVI utilizza la tecnica di vitrificazione in quanto è quella che offre i migliori risultati al momento dello scongelamento, perché l'assenza di cristalli di ghiaccio aumenta la percentuale di sopravvivenza degli ovociti. Gli ovuli si mantengono così nelle migliori condizioni e possono restare congelati per tutto il periodo desiderato, pertanto non esistono limiti di tempo.
Dir. San. IVI Roma: Dott.ssa Piera Spada