Le nostre flash review dalle passerelle della Paris Fashion Week Primavera Estate 2025, giorno 1
Lampi di moda sotto la Torre Eiffel. In upload costante per voi, fino al 1° ottobre

New York, Londra, Milano e infine Parigi; la città del debutto più sospirato, dei défilé in attesa di regia, degli show iper-galattici. Quella che troneggia sulle altre per numero di giorni che occupa (nove), quella che editerà il maxi-quadro di stili e tendenze già abbozzate in questo lungo fashion month. Da lei – come dalla moda tutta, per la verità – ci si aspetta il brivido, e noi la indagheremo qui, attraverso le nostre flash review dedicate al meglio delle Collezioni Donna Primavera Estate 2025. Da Courrèges ad Acne Studios, a voi una selezione digitale direttamente dalle passerelle della Paris Fashion Week, giorno 1.
Courrèges Primavera Estate 2025

Nel rigore clinico di Courrèges c’è qualcosa di sottilmente perverso. Sarà quella tasca pruriginosa posizionata ad altezza pudenda, saranno quelle geometrie che hanno tagli netti a rivelare una porzione di corpo tra le più seducenti, ma sta di fatto che mai severità costruttiva fu più sexy. La passerella allestita da Nicolas Di Felice, è il solito cubo bianco che invece di respirare – come fatto nello show invernale della griffe –, induce ad uno stato meditativo, cullati come siamo dalle onde di un immaginifico oceano cesellato di tantissime sfere di metallo, opera sempre del set designer Rémy Briere. Certo, poi avviene lo scossone; impossibile rilassarsi con l’arrangiamento di Born Slippy degli Underworld e quanto mai improbabile una sezione di mindfulness vestite come peccaminose eroine urbane che della smania spaziale del fondatore hanno solo le stesure monocrome e le linee nette. I volumi scarni ed essenziali suggeriscono qui una femminilità più sfacciata e il meno si fa più di una moda audace nonostante la sua apparente freddezza. Le giacche sono tetris di tessuto, le bralette micro-fasce in pelle, gli abiti hanno grandi oblò sulla schiena, e pantaloni e stivali sono spesso una guaina seconda pelle ad avvolgere le gambe. Un afflato di sinuosità percorre i bordi plastici degli abiti in satin, mentre il tacco dei sandali è un prisma ultra-chic da desiderare già. Ogni look è il punto di partenza di quello successivo, dice Nicolas Di Felice, in un circolo di ripetizioni che dovrebbero indurre familiarità. E in effetti è così, e la passerella si trasforma in una reiterazione di asciutto black and white. Moon girls sì, ma garbatamente fetish.
Courrèges Primavera Estate 2025

Courrèges Primavera Estate 2025

Dries Van Noten Primavera Estate 2025

La location è un palazzo in costruzione. Un cantiere aperto, all'ultimo piano, dopo faticose rampe di scale. Un po' come la sfilata, la prima dopo l'addio del fondatore, che dopo un inizio in salita, riprende fiato e diventa sempre più convincente, uscita dopo uscita. Evidente fin dai primi look l'attento e diligente “work in progress” del team creativo interno per ripetere la magia degli show del leggendario Dries Van Noten, caposaldo degli Antwerp Six che ha salutato il mondo della Moda durante la scorsa Paris Fashion Week Uomo. Se sulle prime, la sensazione è che la collezione ci sia, ma manchi l'emozione ecco che come nell'esecuzione di uno spartito ripetuto infinitamente a memoria che d'un tratto prende il volo, gli abiti danno vita a una intrigante armonia, iniziando a raccontare una (nuova) storia. In un crescendo sottolineato da un soundtrack sempre più emozionante e potente. La partitura può sembrare la medesima (per le suggestioni orientali, l'uso dei tessuti amati dal designer come il broccato o i dévoré, le stampe pittoriche, l'animal print versione couture, i colori preziosi e speziati) ma accompagnati da una grinta e un passo nuovo (merito anche delle scarpe: slipper pitonate a punta o zeppe neo-retro in plexi colorato a contrasto che piaceranno anche alle nuove possibili clienti del brand). Come per il mix tra capi utility (parka e maxi bomber) su gonne asimmetriche stampate e slip dress damascati o ricamati, i giochi di dritto e rovescio dello stesso tessuto per un effetto lucido/opaco, le distonie di tinte e di toni. Molto interessante la ricerca sull'animalier che da print diventa materico grazie ad applicazioni, punti di maglia, fil coupé, tessuti spalmati o lavorazioni froissè. Alzando il volume, outfit dopo outfit in una tavolozza di verde acido e pastelli, pizzi e trench (anche see-through). Fino all'uscita dell'intero studio stile accolto da tantissimi applausi (e da qualche lacrima) perché Dries non c'è più.
Luca Lanzoni
Dries Van Noten Primavera Estate 2025

Dries Van Noten Primavera Estate 2025

Cecilie Bahnsen Primavera Estate 2025

Cecilie Bahnsen ha una passione smodata per quegli spazi industriali grezzi e spogli che stridono moltissimo con la sua moda, intrigando ancor più lo spettatore. La Crux, nome del suo défilé per la Primavera Estate 2025, ha il fascino di una couture indossabile, di una sinfonia di balze, ruches, applique, intarsi e ricami, tanto delicata quanto quella musicale che accompagna di sottofondo la camminata delle mannequin. Eppure, uno sguardo più attento, riserva la sorpresa, raccontando di una sensibilità funzionale che tenta di far breccia – riuscendoci – nella grammatica iper-romantica della designer danese. Debutta infatti una collaborazione con The North Face, mito dell’outdoor che si aggiunge alla già attiva partnership con Asics, e che è rivelatrice di come, in fondo, l’attitudine scandinava sia quella lì; votata tanto al design quanto alla praticità, all’estetica come alla funzione e nessuno impedisce alla ragazza vezzosa di Cecilie di indossare un abito prezioso dai ricami scintillanti, mentre sfoggia sottobraccio un Base Camp Duffel con applicazioni floreali. In pedana si rivisitano i classici della griffe statunitense, vedi la Mountain Jacket con ricami macramè o lo scarponcino da città Glenclyffe intarsiato di boccioli, ma la contaminazione si fa più sottile, ad esempio, sul delizioso abito con top bustier assicurato al corpo da ganci identici a quelli degli zaini. Racconta la designer a Vogue Business: “In quanto stilista donna che disegna per le donne, il comfort e la comodità sono importantissimi per me”. Giacche a vento, bisacce da campo e ginniche da escursione, non scalfiscono di un millimetro la dolcezza (e il savoir faire) degli abiti della Bahnsen che, tra organze, volumi asimmetrici e incrostazioni preziose, guadagnano dall’incontro-scontro con i tecnicismi di The North Face. Ne nasce una urban couture che farà proseliti.
Cecilie Bahnsen Primavera Estate 2025

Cecilie Bahnsen Primavera Estate 2025

Rabanne Primavera Estate 2025

Piove ed è grigio fuori dal Palais de Tokyo, location della sfilata Primavera Estate 2025 Rabanne. Dentro, lungo la doppia fila di seat che costeggia la passerella l'atmosfera è scaldata da una diffusa luce solare e dai luccichii e dai bagliori di quelle tra le invitate che hanno avuto il coraggio di indossare le creazioni a dischi e specchietti metallici, inossidabili (ed è proprio il caso di dirlo) must iconici del brand. Di contro, in passerella, si rimane colpiti dal (grande) uso del tessuto (anche tecnico) a partire dal parka quasi da vela su bermuda e T-shirt a righe sfoggiato da Gigi Hadid, la top scelta da Rabanne per aprire la sfilata in quanto testimonial nella campagna del nuovo profumo di punta Milion Gold. E così lo sportswear si con-fonde con la sera, il tecnico con il glam, il maschile col femminile, su una palette pastello illuminata qua e là da spalmature ed effetti laminati oro e argento. Che ovviamente non possono mancare negli abiti odalisca o a tubino in maglia di metallo anche incredibilmente stampata a fiori. Borchie, boules, placche e cristalli che impreziosiscono con cascate di luce anche i revers di giacche maschili o biker dall'allure TomBoy, come per gli ampi rain-coat dagli interni inaspettatamente argentati. Perfetti per affrontare la pioggia che rende il traffico parigino impazzito lungo le strade ingorgate fuori dalla sfilata.
Luca Lanzoni


Acne Studios Primavera Estate 2025

Come è prassi da Acne Studios, la venue di passerella è un hub creativo di sperimentazione artistiche, nella fattispecie quelle di Jonathan Lindon Chase, visual artist di Philadelphia che per la griffe di Jonny Johansson allestisce un universo domestico fatto di sofà, radio, lampade e animali domestici, con le sembianze di peluche graffitati. Una riflessione sull’intimità di certi spazi che stride con ciò che fino a qualche minuto prima dello show è avvenuto al suo esterno, dove le celebrità ospiti della griffe – da Juliette Binoche, a Willow Smith e Lucky Love – ammiccavano e salutavano da una camera di videosorveglianza in una stramba dicotomia pubblico/privato che, per la prima volta in assoluto, non ha reso sterile la soporifera promenade dei vip. Anche perché la passerella è un booster vitaminico di giocosità che si fa beffa di linee, volumi e codici vari ed eventuali partendo dagli accessori. Le borsette paiono accartocciate come dopo un incidente, le pump open-toe hanno una punta infinita, e le décolleté sono quelle di Minnie, solo crochet e brillanti tanto quanto i mega-bangle che paiono disco balls. Jonny Johansson dice di essersi ispirato ad un immaginario domestico contorto e allora ecco che gli stiletto potrebbero essere babbucce da camera, le maglie gonne infilate sghembe con le maniche a penzoloni e i cardigan della signorina bene, un pull qualsiasi rosicchiato da tarme. Il trench in pelle dalla vita ribassata è una lussuosa veste da camera e sui jeans non ci arriviamo; ma sono magnifici, sagomati in volumi over dall’appeal cartoonesco. Le fattezze plastiche del tutto – dal piccolo abitino nero, allo smoking, all’abito all’uncinetto – rendono la passerella un piacevolissimo divertissement che tuttavia non è stramberia. Si porterà tutto, solo in una quotidianità un pizzico sovversiva. E grazie al cielo.
Acne Studios Primavera Estate 2025

Acne Studios Primavera Estate 2025


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