Nella Babilonia di look che affollano in queste ore il tappeto rosso di Cannes – in teoria; elegantissimo, succintissimo, ridottissimo nei volumi, come lo vorrebbe il rinnovato dress code –, a colpire sono spesso le mises “marginali” che sulla Montées des Marches non arrivano nemmeno. Alba Rohrwacher, ad esempio, era visione rétro al suo arrivo all’aeroporto di Nizza: in jeans totale dal lavaggio acido profilato di ricami, ginniche nostalgiche ton sur ton e borsa it dal fascino bohémienne. Sfrangiata, scamosciata, imbellettata da sfere metalliche, tracolla hippie-chic che risponde al nome di Nellcôte ed è il sogno gitano firmato Valentino Garavani. Impazza, in effetti, dacché esordì sulla passerella Resort 2025 della Maison in un Avant les Débuts che tracciò sin da subito la rotta archivistica, fedele eppure prodigiosa, di Alessandro Michele. Sulla spalla di coat bordati di eco fur, come postilla folk di completi/pigiama che ingarbugliavano la vista, corredati di gilet e turbanti che alla sottocultura originata nell’Haight Ashbury di San Francisco, sarebbero piaciuti parecchio. Poiché, in effetti, la suggestione è da lì che arriva: da quell’energia tra le più creative e radicali della storia che, tra musica, arti visive e coscienze espanse, forgiò un’antimoda destinata all’eternità e ai continui omaggi.
Sarà per questo che la campagna dedicata alla borsa Nellcôte pare un viaggio nel tempo da intraprendere con sottofondo di struggenti riff di chitarra elettrica come da migliore tradizione acid rock. Sta lì, appoggiata con nonchalance su un giacchetto animalier, allungandosi sulle gambe rivelate di un hot pants che veste il corpo per un malinconico hula hoop, tra i prati erbosi di un festival che fantastichiamo essere quello di Monterey voluto dai Mamas & Papas. Catturata dall’obiettivo della fotografa Julie Greve, l’ADV è un flashback di stile; un’ode alla libertà, alla spontaneità e al fascino intramontabile della musica, con protagonista una tracolla che si fa simbolo di espressione personale e momenti vissuti. Non un semplice accessorio, bensì un testimone di storie, di charme hippie che, come quello delle origini, è guidato da un’emozione che detta tendenza. Di abitini con ruches e shorts di jeans, di t-shirt grafiche inneggianti ai Sixties e top in lana ricamati, per un progetto estetico baciato dal sole che veicola genuinità e un pizzico di (sana) irriverenza.
Due iconiche silhouette – a tracolla e tote, entrambe realizzate in morbida pelle scamosciata – e un carosello di preziosismi ad attualizzare l’allure bohémienne, tra le finiture metalliche al palladio e la rafia jacquard con motivo Cherryfic, tra la pelle con stampa selvaggia e i tridimensionali ricami floreali di perline su base in lino, o ancora tra le preziose texture in resina e strass per una brillante dichiarazione di glamour gipsy. La Nellcôte, in effetti, ha già conquistato tutte; dive e super top, attrici e it girl amanti del distillato dal sapore western che è il neo-totem a spalla di Maison Valentino.
La bravissima e già citata Alba Rohrwacher l’ha voluta a corollario del suo off duty look all’arrivo a Cannes, Alexa Chung ha invece optato per la versione tote bag da coniugare a jeans e blouson in pelle, in una declinazione quotidiana della borsa amata anche da Vittoria Ceretti, out and about a Ibiza con mise borchiata e in puntale match con il neo-feticcio in suede. Come poteva poi mancare una Nellcôte nel guardaroba di Bella Hadid, rodeo girl di ultima generazione inseparabile da texani e sferzate Tex-Mex all’insegna del revival (chic) sul crinale tra boho e selvaggio West?
Ma la sua collocazione perfetta rimane quella cristallizzata da Julie Greve, tra un gruppo di amici in attesa della musica suonata dal vivo, tra i frame di giochi e abbracci che fanno fantasticare su Sessanta e Settanta di anticonformismo sartoriale da vivere, questa volta, nel segno di un glamour come quello condensato dall’ultima passerella Le Méta-Théâtre Des Intimités, tra tailoring, colletti pussy bow e Nellcôte dalle frange oscillanti ad ogni passo.
