Kendall Jenner li ama così tanto da essersene tatuata uno impercettibile sulla caviglia. Nostra signora dell’R&B Beyoncé, invece, ha passato l’estate a calzarne di cangianti, zampettando a ritmo dance sui palchi di mezzo mondo. Margot Robbie poi, sfoggiandone una versione stellata bianca e oro nel film dell’anno, ha arricchito il guardaroba di Barbie di western look; a colpo d’occhio una Dolly Parton ai Grammy del ‘77, versione contemporanea. Storia degli stivali texani e delle loro molteplici vite, tutte condotte in bilico tra funzione e moda, in un cortocircuito che dalle praterie del selvaggio West li ha condotti su set, palchi e passerelle.
Dai Wellington boots agli stivali texani: storia di un mito
È Sir Arthur Wellesley il primo a sfoggiarne una forma embrionale che grazie a lui - I duca di Wellington - prenderanno il nome di Wellington boots; oggi i famosissimi stivali in gomma made in Uk, un tempo una trasfigurazione in pelle degli assiani, stivali dal tacco basso e dalla punta semi-aguzza, lunghi al ginocchio e decorati di fiocco al termine della cavigliera. È la progenie del texano che assume le fattezze che ancora oggi ha soltanto durante quel periodo mitologico di storia americana che è la corsa all’oro. Ad inizio XIX secolo arrivano nei canyon e nelle sconfinate praterie del Far West i militari del vecchio continente che, accortisi di un dress code non adeguato ai territori brulli che si trovano a fronteggiare, irruvidiscono abbigliamento e calzature, con gli stivali che si fanno rigidi, in pelle durissima adatta a contrastare i possibili morsi dei serpenti, e con una suola a banana che termina con la punta all’insù, per agevolare la salita a cavallo, permettendo al piede di infilarsi con facilità nelle staffe. È la nascita del texano, simbolo di robusta mascolinità per lo meno fino al 1923 quando, al 75esimo anno dalla fondazione della città di Fort Worth, scatta il giubileo e le ragazze texane sfilano in strada sfoggiando shorts e speroni.
È sempre originaria del Texas anche la cow-couple che renderà i camperos famosissimi sul grande schermo: Dale Evans e Roy Rogers li indossano dentro e fuori dal set, attestandone il fascino tex-mex in coordinati che valicano i ranch per raggiungere il grande pubblico. Li firma un nome che è leggenda dello stile western a stelle e strisce: Nutya Kotlyrenko, designer ucraino cui gli ufficiali dell’immigrazione statunitense storpiano il nome in Nudie Cohn, il primo che, utilizzando gli strass per la confezione degli abiti sartoriali delle star del cinema e della musica, si forgerà dell’appellativo di “King of the Rhinestone Cowboy”. Con la sua Nudie’s Rodeo Tailors contribuisce alla fama, tra gli anni Cinquanta e Sessanta, dei guardaroba di Elvis, Beatles e Rolling Stones, nonché a quello della regina indiscussa della country music Dolly Parton. La cifra della cantautrice? Una cotonatura platino da capogiro, una silhouette assottigliata in vita allo stremo, strass e luccichii da fare invidia all’albero di Natale e stivali texani bling bling all’insegna del glamour più sfrenato.
I suoi leggendari vaqueros - bianchi, intarsiati d’oro e con tanto di etichetta personalizzata - sono attualmente esposti al Buffalo Bill Museum di Denver, in Colorado, e se pensate che il suo more is more in salsa rodeo abbia ormai fatto il suo tempo, vi sbagliate perché a lei si ispirano, da anni, cinema, moda e musica, da ultimi i Måneskin che con lei hanno duettato sulle note della super hit Jolene, poi cantata nella tappa del tour di Nashville in puntualissime mise da cowboy/ rockstar, con sigla di texani.
Da Marilyn Monroe a Raquel Welch, da Lady D a Madonna: a ogni celeb il suo texano
Sviliti e poi nobilitati, in periglioso equilibrio tra kitsch e stile, queste calzature dall’animo grintoso e selvaggio non conoscono periodi d’ombra e non si contano le celebrità che, indossandoli, li hanno resi vessillo di fascino statunitense. Marilyn Monroe in uno scatto del 1951, ne dà la versione seducente, abbigliata con top frangiato, hot pants e tanto di fondina a forma di cuore. Sempre lei- qualche anno più tardi e sul set de Gli Spostati- fa del texano una calzatura (quasi) raffinata e, declinandolo con jeans e camicia bianca, crea la tendenza.
Sexy e patriottica è invece l’attrice Raquel Welch che, ne Il caso Myra Breckinridge è una bambola in trikini e camperos bianchi. E poi gli anni Ottanta della disco music che tramuta lo stivale texano in scelta sicura (e comoda) per le notti danzerecce dello Studio 54, e i Novanta di Lady D che, con fare lungimirante, spezza l’allure da rodeo del camperos, accrescendone la coolness a suon di blazer, joggers e varsity jacket.
Infine sfiorano il cattivo gusto con le celeb dei primi anni Duemila ed è una buccia di banana in piena regola il look illogico di Britney Spears ai Nickelodeon Kids’ Choice Awards del 2003, con texani color panna decorati da farfalla blu in bella vista. Fortuna che c’è Madonna, inossidabile queen del pop, che nelle tappe del suo Celebration Tour attualmente in corso, si autocita in una delle sue versioni migliori, in veste di cowgirl sulle note dell’indimenticabile Don’t Tell Me, per altro artefice a suo tempo di un revival dello stile western.
Il tutto, sempre sottoscritto dai mitici stivali texani che - oltre il country, oltre il pacchiano (o forse anche con questo) - continuano a trovare spazio tra strada e passerelle…
Gli stivali texani: un mito inossidabile tra moda e street style
Da Chloé li hanno pensati cognac, con cuciture bianche a contrasto e in color block con sciccosi insiemi total leather che spaziano dall’arancio al borgogna. Di tutt’altra natura, invece, i texani visti in passerella da Philippe Plein, nient’altro che una postilla argentata per una moderna goucho girl che veste set tra il bondage e il punk, appaiando il glitterato cappello da Far West agli stivali. I vaqueros di Ralph Lauren poi, riescono addirittura nell’impresa di tramutarsi in calzatura da grande soirée e, in suede nero e ricamati, si portano in coppia con preziosi LBD in velluto.
Questo, nel solo Autunno Inverno 2023 2024, perché scorrendo indietro la linea del tempo, tantissime sono le variazioni sul tema concepite dalla moda. Indimenticabili, i texani blu elettrico e oro realizzati da John Galliano per la couture di Margiela del 2017, o quelli con gambale trasparente e punta argentata, avvistati nel défilé di Marc Jacobs per la Primavera Estate 2012. Più recenti, del 2020, i texani (quasi) al ginocchio del Saint Laurent di Anthony Vaccarello che, complice un blazer spalluto e dei micro pants, fa svettare la silhouette all’infinito.
Quanto mai accattivante, sempre fronte passerelle, anche l’interpretazione del vaquero di Missoni che per l’Inverno del 2020, lo schedula pitonato, con accenni di colore arcobaleno a riprendere la riconoscibile maglia dell’abito lungo. Insomma; un modello, infinte declinazioni, per lo meno tante quante quelle che ne fa lo street style che ciclicamente riporta agli onori delle (fashion) cronache gli stivali texani.
Ne hanno almeno un paio Gabrielle Caunesil Pozzoli, che li predilige neri e in combo con vestitini imbottiti a firma Prada, e Emily Ratajkowski che con jeans e blazer pare avere un solo mito alla mente.
Chi ne ha una collezione, infine, è Kendall Jenner che li indossa animalier, neri, marroni e perfino turchesi in combo a tutto; dai bermuda alle gonne, dagli slip dress ai joggers. Merito della versatilità degli stivali texani, leggenda americana in revisione continua da tre secoli a questa parte.