Quintessenza di chicness tropézien, aura bohémienne da Nouvelle Vague. La prima diva a forgiarne l’universale popolarità? Brigitte Bardot: inarrivabile icona glamour (anche) in tricot a righe, pantaloni Capri e ballerine Repetto. La maglia marinière è lo stile degli emarginati che diventa grammatica di buon gusto, l’uniforme prestata alla moda che ne ha fatto un classico di raffinata nonchalance. L’originale è così: maniche a tre quarti, in jersey di cotone, rigorosamente a righe orizzontali bianche e blu.
Al momento del suo battesimo ufficiale, il 27 marzo del 1885, viene descritta con ancor più dovizia di particolari: “Il corpo della camicia dovrà contare 21 righe bianche, ognuna due volte più larghe delle 20 o 21 righe blu indaco”. A puntualizzarlo è la Marine National francese nel decreto che sancisce la nascita del tricot rayé come divisa dei marinai. Un capo da lavoro quindi, poco importa la si chiami marinière o breton, in riferimento ai pescatori della Bretagna che la indossano in barca per ripararsi dal vento. Semplice e, oltretutto, con una genesi “diabolica”. Stando, infatti, al semiologo francese Michel Pastoureau - che al tema delle righe ha dedicato un volume ad hoc- nel Medioevo il tessuto rigato altro non è che un simbolo distintivo per tutti coloro che appartengono alle categorie sociali più umili; giullari, galeotti o prostitute, stigmatizzati a colpi di righe. Tuttavia, nonostante le poco virtuose origini, qualcuno ne capta le potenzialità…
Da Coco Chanel a Jean Paul Gaultier: la marinière diventa chic (e ribelle)
“Ha lanciato la moda povera, ha fatto entrare al Ritz i maglioni dei teppisti, ha reso eleganti colletti e polsini da cameriera e foulard da bracciante, ha vestito le regine con tute da meccanico”. Scrive così, Janet Flanner sul The New Yorker, in un articolo del 14 marzo del 1931, dal titolo emblematico di “31, Rue Cambon”. Quando dice “i maglioni dei teppisti”, il riferimento è proprio a quella marinière che, nel 1914 e poco dopo lo scoppio della Grande guerra, una giovane creatrice di moda inizia a proporre nella sua boutique di Deauville, elegante località balneare della Normandia. Coco Chanel, la unica e sola, antenne sempre dritte a captare i mutamenti della società, ha l’idea di vestire le sue clienti in t-shirt a righe bianche e blu ispirate alle bluse dei marinai, (ri)significando un indumento da lavoro maschile, e tramutandolo nel massimo dell’eleganza balneare. Et voilà. Ecco fatta una rivoluzione, di quelle che solo Chanel- svelta e risoluta, con la sua urgenza di catturare la modernità in una formula al passo con tempi che cambiano veloci- può fare. In poche parole? Crea il mito, l’oggetto di culto marinaresco dal profumo di salsedine, da sfoggiare nelle estati assolate della French Riviera, un panier di vimini sotto braccio alla B.B. O alla Jane Birkin.
O, ancora, alla Audrey Hepburn che, da grandissima fan della marinière, la veste anche durante il primo incontro con il suo amico e fedele couturier Hubert de Givenchy che, a proposito, dirà poi: “…andai ad accoglierla e mi trovai di fronte a una giovane donna vestita come un gondoliere”.
Insomma; la maglietta a righe marinière la indossano tutti: da Pablo Picasso che nel 1939 le dedica addirittura una serie di dipinti, ad una giovanissima Marilyn Monroe che posa con allure naïf in salopette e t-shirt a righe bianche e rosse. Fino ad arrivare a Kurt Cobain, che la declina in stile grunge, occhialoni rossi, converse e jeans rattoppati a completare l’opera.
Anche un altro personaggio, a ben guardare, saccheggia dalle origini anticonformiste dell’indumento. Affascinato dalla storia travagliata del marinaio Querelle- protagonista del romanzo dello scrittore maudit Jean Genet, poi trasposto al cinema nell’’82 da Rainer Werner Fassbinder in Querelle de Brest- Jean Paul Gaultier decide di tramutare la sensualità del marinaio della pellicola, in una serie di cangianti rielaborazioni della maglia a righe che diventa, tra l’altro, il costume ufficiale con cui l’enfant terrible della moda saluta gli ospiti a termine dei défilé.
Maglia marinière: i modelli su cui puntare oggi
Accento chic e vacanziero, o irriverente e giocoso, poco importa. Ciò che conta è che la maglia a righe marinière è, da Chanel in poi, un grande classico della moda. Un irrinunciabile passepartout cui noi di Elle dedichiamo una mini-guida shopping per non farsi trovare impreparate all’arrivo di lunghe e assolate giornate. Per una chicness a prova di diva.
Fedele all’originale. Oversize, per un tocco di contemporaneità. Come si porta? Con denim e ballerine (o sneakers) per un look rilassato ma sempre giustissimo.
H&M
I designer di oggi si prendono, giustamente, qualche licenza poetica e immaginano la marinière in nuove varianti. Ad esempio, a mo’ di top, ma con inconfondibile scollatura a barchetta e righe indigo et blanc.
Kenzo, su Farfetch
La t-shirt bretonne: da portare con hot-pants e a piedi nudi sulla barca come faceva Audrey Hepburn negli anni Cinquanta.
Forte Forte, su Farfetch
La marinière di Philosphy è rigorosamente in cotone crochet, con spalline imbottite come moda di oggi vuole.
Philosophy di Lorenzo Serafini, su Farfetch
Con coulisse finale a cordoncino per allinearsi in toto al mood marinaresco. In barca (e in città) col vento in poppa.
Osklen, su Farfetch