C’è chi si ispira alle divinità pagane della Transilvania e chi al rigido clima ungherese. Chi sperimenta con materiali inediti e chi piega il raffinato alla quotidianità. Piedi ben saldi alla terra d’origine, e una mente tutta proiettata al futuro. Perché è questo ciò che serve se si vuole vestire una donna moderna e cosmopolita che valichi i confini. Solo geografici, perché la moda di limiti non ne ha. Sfilano a Milano in una location d’eccezione, la scuola militare Teulié, i quattro designer ungheresi del collettivo Budapest Select, il progetto nato nel 2018 (e rinnovato nel 2021 per altri tre anni) dall’accordo tra l’Hungarian Fashion & Design Agency (HFDA) e la Camera Nazionale della Moda Italiana (CNMI) con l’intento di fornire un palcoscenico internazionale ai brand made in Ungheria. Che, per l’Autunno Inverno 2023 2024, portano i nomi di Abodi, Cukovy, Kata Szegedi e The Four, quattro anime distinte, quattro originali visioni e un unico credo: valorizzare il coté fashion della madrepatria, tra artigianalità e design accattivati.
Riesce benissimo nell’intento Dora Abodi, creativa dietro al brand omonimo, che trasla i codici della sua terra natia, la Transilvania, in un remix di passato e presente. Il suo tratto distintivo? L’ormai iconica nappa check (e assolutamente veg) da declinare in total black sul maxi coat, o a fantasia, con i quadri nelle gradazioni che vanno dal nero al marrone, passando per l’ocra, a movimentare il cappotto sagomato da portare con stiletto perbene e calze velate. Si ispirano alla tradizione del ricamo della terra di Dracula anche i futuristi mirror garments che, come intuibile dal nome, sono set sbarazzini e specchiati, con crop top e minigonna in ecopelle decorati da superfici riflettenti che si “animano” al passaggio. Una collezione che ha il sapore del mitologico (e della couture) anche nell’abito/cappotto rosa pallido che narra tridimensionalmente del Twin Unisus, figura mitologica del folklore transilvano, divinità intoccabile che nella visione di Abodi pare trasformare la donna in semi dea dai poteri soprannaturali.
Delle guerriere urbane sembrano, invece, le ragazze di Cukovy, marchio leader nella confezione di un outerwear di qualità, rigorosamente made in Ungheria. Qui, una parola vince su tutte: oversize, con i maxi piumini a rassomigliare in tutto per tutto ad armature imbottite, alcune forse un po’ impraticabili nella realtà, ma assolutamente divertenti. Si scompongono e si trasformano, cambiano modo e occasioni d’uso nel segno di funzionalità e versatilità. Ai duvet di Cukovy si staccano le maniche o si staccano i colli, si portano al dritto o al rovescio e sopra a catsuit logate che tanto, a proteggere dal freddo, intervengono i puffer coat dalle proporzioni XL. E assolutamente colorati, per un Autunno Inverno 2023 2024 da far vibrare a tinte forti. Nota di merito agli accessori: la borraccia à porter e l’esagerato stivalone da neve che farebbe inorridire perfino gli Astro Boots di MSCHF.
Contemporanea ed elegante, creativa e assolutamente fashion oriented la collezione di Kata Szegedi che mixa sartorialità e sottocultura in un guardaroba dal temperamento cosmopolita. La designer, laureata all’Istituto d’Arte Contemporanea di Budapest, sperimenta con silhouette e materiali, texture inaspettate e colori vividi. Nella sua visione si uniscono i coat in pvc con dettaglio di piercing al tubino nero shimmering, o il classico blazer nero si indossa con abito in maglia lady-like, salvo poi virare sul punk del balaclava in denim riciclato. Già, perché anche in questa collezione non manca il pezzo statement, ormai dettaglio distintivo della designer: il denim Roads, 100% upcycled, da declinare nei jeans come nelle giacche, da stratificare al doppiopetto blu elettrico, nel segno di un layering ultra cool.
A chiudere la passerella di Budapest Select un brand che cela un duo creativo: The Four (acronimo di Thoughtful, Effortless, Outspoken, Rebel) nasce dalla creatività condivisa di Anett Gálvölgyi e Marton Miovác, partners-in-crime dai tempi dell’Università, lontani ma vicini nell’amore condiviso di una moda il più possibile multiculturale. Il loro è un défilé grintoso, che miscela pesi e misure, superfici soffici o “metalliche”, in un cortocircuito riuscito tra classico e urbano. Così, il tailoring über fluido di giacca e pantaloni incontra la più semplice delle hoodie, o il top incrociato in maglia si porta con bomber e pantalone teddy rosso aranciato o, ancora, lo smanicato in denim patchwork si scontra con la leggerezza del pantalone ottanio. Ma un capo su tutti ruba la scena: è il maxi coat imbottito color argento, fatto sfilare con top e cycling shorts neri come modernità vuole.
Una creatività, quella ungherese, che debutta durante la settimana della moda di Milano anche in forma “statica”, con tre giovani etichette a presentare le proprie collezioni nella cornice del Fashion HUB di Palazzo dei Giureconsulti. Pinetime Clothing, ad esempio, nasce dall’idea di un gruppo di surfisti e snowboarder convinti della necessità di creare un outerwear di qualità che colleghi sport e natura, alla grinta dello streetwear. Guarda alla moda di strada anche il designer team di UNREAL INDUSTRIES che, poco incline alle convenzioni, mira a piegarle in una visione unica e caleidoscopica. Zsigmond, infine, potremmo dire essere la controparte maschile di Cukovy perché, dietro, la designer è la stessa: Zsigmond Dora che, traendo ispirazione dai paesaggi della sua infanzia, mira a vestire (anche) l’uomo di capispalla dal fascino contemporaneo.