Mappa delle gonne che indosseremo il prossimo Autunno Inverno 2025 2026

Dall’aplomb corporate quando indossate sotto a giacche, dallo charme ladylike se accostate a bluse dalle maniche a gigot, vezzose e a tratti couture quando dotate di maxi-bow ornamentali. Un pullulare di gonne a matita punteggia le passerelle, eleggendo la silhouette resa celebre da Miuccia Prada tra le più forti di stagione. Se ne vedono in pelle, pizzo, lana; a pelo lungo come da Dries Van Noten in una dichiarazione di stile eco-fourrure, brulicanti di paillettes liquide come da Sergio Hudson, a guisa di blocchi di colore vividissimi come quelle mandate in pedana da Saint Laurent, glossa satura di una linea a V svettante e altamente seduttiva.

Strette e precise sui fianchi, svasate dal ginocchio in giù grazie a volants e onde sinuose che oscillano ad ogni passo. Anatomia della gonna trompette, taglio sartoriale di spiccata femminilità, linea a calice dal carattere rétro che accarezzerà con fare vezzoso il guardaroba invernale. Sfilano da Etro damascate e con strascico breve, da Marni risultano in evoluzioni couture della godet in giallo cinabro, mentre da Fendi sono spumeggianti, midi skirt in tinte zuccherine e profilate di pelliccia da Sirenetta ad alto indice glicemico. Sensuali e assertive, infine, quelle di Roberto Cavalli, assicurate in vita da cinture in velluto e indossate con guanti da opera e top in rosso pompeiano. Di rigore il tacco per colate di voluttà sartoriale.

Tra tulle, pizzi e deboli doppiature, tra satin bordati di merletti che svelano le gambe ammiccando alla lingerie. Poco importa la lunghezza dell’orlo, poco importa la vocazione. La gonna vedo-non-vedo si fa certezza d’Autunno Inverno servendo le cause di stili multipli. Da Carolina Herrera guarda ai Cinquanta della donna fiore sostenendo le ruote con impercettibili crinoline, da Chanel innerva il bon ton della mini bouclé con una stratificazione couture, da Chloé è il pezzo forte di un’estetica rock-gitano da schedulare con marsine brevi, da Coperni è invece la sexy postilla a un caban mascolino e sovradimensionato. Servono da antidoto al tipico grigiore della stagione fredda, quelle di MSGM, da appaiare a pull precisi e sandali soffici, per una dose quotidiana di vitamina D e C in formato gonne see-through.

Trionferanno anche le lunghezze dal ginocchio in giù, eppure la mini rimane irresistibile, pezzo di culto della moda dalla genesi contesa che non manca di animare le passerelle dell’Autunno Inverno 2025 2026. In uno slalom dello stile tra orli corti, cortissimi arriva in pelle e a balze da Zimmermann, in satin confetto e dalla linea ad A da Sandy Liang, trapuntata come un soffice duvet da Casablanca, razionale e asimmetrica da Courrèges di cui costituisce il pezzo forte di un party dressing clinico e seducente. Tutt’altro tono da Vivetta che smerla la gonna di ricami bucolici e un filo bambineschi, e da Versace la cui valchiria incede in mini voluttuose tra il barocco e il ruggente, o in millefoglie giallo limoncello di look-dichiarazione.

La gonna ai ferri corti, in tricot urbani che non è detto non possano risultare seducenti, si veda quella al ginocchio di Blumarine dotata di spacco e orlata di pelliccia simil visone come da tradizione della griffe. E allora viva la maglia che compare in passerella nella longuette grigio chiaro di Burberry, o in quella a giga punti e catenelle di Khaite, bianco latte e in flirt con la camicia debole in un gioco intrigante di pesi e misure. Gonna in tricot glitz anche da Lacoste, in distintivo uncinetto dal gusto vintage ed emozionale da Marco Rambaldi e, ai ferri, infine, anche da Erdem che la progetta lunga e dall’orlo a costa inglese, ricamandola di rose rosse per total look dal sapore romantico.

Effetto ottenuto, da Altuzarra, lavorando la lana a mo’ di pelliccia, per una mini “cotonata” che sfila a braccetto di giacchine precise. Da Cecilie Bahnsen, invece, il rigonfiamento è tutto debito di una moltitudine di ruches floreali e siderali da accostare a gilet dall’allure tech en pendant. Più debole – a presenza in passerella – rispetto all’asciutta pencil skirt, la gonna a palloncino non demorde e torna con i suoi volumi sbuffanti a sferzare di romanticismo l’Autunno Inverno. Come da Saint Laurent dove, in lungo, diventa nota dolce e un po’ à la Marie Antoinette di mises con blouson in pelle da aviatrice, come da Prada dove si fa elemento scarlatto in color-block ad una maglia rifinita grezzamente, o come da Moschino che la progetta in satin rosa candy e la fa sfilare con calzettoni e derby ton sur ton. Leziosa ma di carattere.

In una carrellata di check point dello stile. Un clan scozzese che non difetta di estro e in lungo e in corto produce una salsa squisitamente brit. Andreas Kronthaler per Vivienne Westwood non tradisce l’animo punk dell’amata fondatrice e immagina una mini a quadri arricciata come fosse un abito à la polonaise, Isabel Marant vira anche lei al rock punk di gonne plissé da fermare con cinture borchiate, mentre da Bally arriva l’interpretazione di una midi skirt in tartan elettrico a sferzare di tono ribelle l’insieme composto da camicia, dolcevita e Mary Jane. Burberry, che nella progettazione del motivo schematico ha una lunga tradizione, gioca con il layering. In una stratificazione di plaid tra gonna e pantaloni (e maglione) per uno scacco matto di creatività.

A fazzoletto come da Niccolò Pasqualetti, a lembi fru fru come da Sacai, sfrangiate effetto pelliccia sablé come da Schiaparelli, o con orlo ripiegato come fosse una barchetta di carta da Zomer. Da Vivienne Westwood, poi, sembrano un due-in-uno con i pantaloni, ma trattasi in realtà di una gonna asimmetrica, in rigorosa grisaglia da rendere tra il sexy e l’ironico. Come? Con décolleté glitz e pull scivolato sulle spalle.

Nocciola, sottobosco, latte e menta, scarlatta, Borgogna e, naturalmente, nera. Ode alla gonna di pelle che arriva in pedana in una teoria di tinte e linee. C’è quella a matita di Givenchy che si porta in tandem alla camicia sempre in pelle, c’è quella vinilica e zuccherina di Gucci che si accosta al caban tono su tono, c’è quella a ruota di Brandon Maxwell che si combina alla maglieria bianco panna, c’è quella fiammante di Ferragamo che si apre come fosse un maxi-pannello. Da Ferrari è sfrangiata, da Schiaparelli ha uno spacco vertigo e una rassegna di cinture e da Miu Miu, infine, è precisa precisa. In Mocha Mousse e maglia ruggine dal colletto gioiello in rigoroso total (leather) look.

A pioggia sulla gonna di Dior, a raggiera in quella di Michael Kors, a godet in quelle di Tory Burch. Gonne plissé anche per Undercover ed Etro che le vuole mini e stampate per un upgrade allo stile college, gonne plissé per Jil Sander che aumenta la naturale forza cinetica delle sottili pieghe grazie ai bagliori scintillanti di una sfilza di paillettes. Il mantra? Animo, non solo alla gonna…