Non capita a tutti di ricevere dall’ormai ex presidente statunitense la Medal of Freedom per aver contribuito “alla prosperità, ai valori e alla sicurezza degli Stati Uniti”. È successo, lo scorso gennaio, ad Anna Wintour e a Ralph Lauren, ottantacinquenne in girocollo Navajo e cintura Western che esce a prendersi l’applauso del suo pubblico dalla scalinata della Jack Shainman Gallery di Lafayette Street a TriBeCa, edificio Beaux Art che fu sede della New York Life Insurancy e che fa da cornice al défilé fuori calendario della griffe. Del resto, Lauren, nato nel Bronx da una coppia di ebrei russi ortodossi, è l’emblema del sogno americano; la personificazione del teorema che il talento e la passione ti possono condurre da commesso, a ideatore di cravatte, a orchestrante di una moda che incarna appieno l’estetica a stelle e strisce.
Un’alchimia di eleganza upper class di discendenza britannica, di glamour cinematografico, di stile décontracté di chi ama la vita di campagna, di stilemi da selvaggio West rieditati per una portabilità ben oltre il ranch. I codici (leggendari) di Ralph Lauren, gli stessi che lo stilista fregiato della più alta onorificenza civile degli Stati Uniti, presenta sulla sua passerella per l’Autunno Inverno 2025 2026, tra le prime file assiepate di celebrità e un Romanticismo Moderno colmo di saper fare e raffinatezze d’antan.
C’è un che di vittoriano, in effetti, in quelle ruches e in quei colletti alti che arricciano le camicie, e un pizzico di stile à la Beau Brummel in quei jabot in pizzo che distillano molti dei 47 look che sfilano in pedana. Punteggiano di charme il tailoring equestre, sono sbuffanti da corsetti in pelle intarsiati o dalle tute workwear dalla texture vissuta, fanno capolino tra i bomber d’aviatrice impreziositi di spille gioiello, cadono a cascata sul velluto panné di un abito sottoveste dal ricamo tridimensionale che dal collo percorre la schiena. “Sono sempre stato attratto dall’arte e dalla bellezza dell’artigianato – racconta lo stilista in una nota –. È dove le tradizioni senza tempo incontrano la visione moderna, dove la precisione incontra l’arte, dove ogni dettaglio è fatto per durare”.
Come nel taglio preciso e al contempo fluido di un tailleur cammello, come nei volant che danno corpo ad abiti impalpabili giocando di seduzione vedo-non-vedo, come nelle giacchine brulicanti di perline e paillettes che sono crasi di scintillio e grinta per un guardaroba che vive di contrasti. Un dress code che oscilla tra gli accenti mascolini di una sartoria check o di un coat doppiopetto dalle spalle larghe, e quelli femminili di abiti a balconcino che avviluppano il corpo in maglia di seta o in pizzo su raso floreale e acquerellato. Dicotomie di stile in palette scura, métissage di estetiche che combinano l’eleganza del dandy a quella urbana di una donna che non soggiace alle regole del vestire, in una tensione tra forza e raffinatezza che è del resto da sempre sigla della moda di Ralph Lauren che, in passerella, manda un quantomai puntuale Easter Egg che è gancio alla sua stessa storia. Ossia un pull con paillettes e medaglione floreale ricamato a mano che è lettura aggiornata di un capo indossato dalla modella Clotilde Holby in un’iconica réclame del brand degli anni Ottanta dove la maglieria tartan si ibridava a pizzi country e stampe Navajo cesellando quello stile che echeggia ancora oggi.
Un Romanticismo Moderno fatto di pelle e cashmere, di delicato pizzo e di un ipnotico velluto cordonato creato con una combinazione di tecniche stampate a mano e aerografate, simbolo di un savoir faire che eleva anche il più “banale” degli slip dress in pezzo forte di una collezione riuscita. E a sigla del défilé, una line-up di accessori che segue a ruota il mood di collezione; dagli stivali al ginocchio da cavallerizza allo stivaletto da cowgirl, dalla shopper in pelle con manici in bambù che pare composta di chaps western al bauletto allungato da portare sottobraccio per un intermezzo di chicness ruvida e minimalista.
In front row, un cast di super vip si gode lo show. Tra Anne Hathaway e Michelle Williams, tra Naomi Watts e Sadie Sink, tra Eiza Gonzalez ed Ella Hunt; tutte ad applaudire la magia di quel signore ottantacinquenne che, ogni stagione, riattiva il sogno dello stile a stelle e strisce, oggi espressione di “un lusso intensamente personale”.
