Ventisette. Tante sono le vittorie consecutive della Nazionale italiana di volley femminile nelle competizioni internazionali. Un numero secco, rotondo, definitivo. Un record, di fatto. In un mondo in cui la sola voce autorevole è il dato, le ragazze magiche del CT Julio Velasco rispondono imponendosi senza sotterfugi, non hanno bisogno di clamore: basta guardarle giocare. La palla è dentro o fuori, il tocco a rete c’è o non c’è, il muro ha toccato la palla sì oppure no. Non si scappa dalle regole di gioco della FIBV e il video-check ne è garante. Insomma, le azzurre hanno fatto i compiti e siamo ben oltre la lode già da Parigi 2024.
Ad ogni partita in campo c’è posto solo per 6+1 ma il calendario è serrato, la posta in gioco ogni volta più alta e il livello di gioco sempre più sfidante sia per la velocità di palla, che per la performante fisicità delle atlete. Per vincere serve un’intera squadra che si muova come un corpo solo, dove ogni ingresso e ogni uscita dal campo è parte di un ingranaggio perfettamente sincronizzato, una complicità estesa all’intero roster affinché le responsabilità - come le gioie - siano condivise lungo tutta la strada.
È così che Paola Egonu può essere la miglior opposta del mondo perché sa di avere alle spalle la potenza e il talento di Ekaterina Antropova. Alessia Orro può orchestrare il gioco con maestria, sapendo che a darle ritmo e visione c’è la creatività di Carlotta Cambi. Le schiacciatrici si alternano in una danza di stili, i centrali sono colonne (letteralmente) portanti e instancabili e sul fondo due liberi – generazioni diverse, stessa tenacia – sembrano avere un unico obiettivo: non far mai cadere la palla.
Sorellanza, intesa, spirito di squadra
C’è un’autentica sorellanza che fluisce in questo gruppo aperto di giocatrici e lo si legge negli occhi di tutte nel bel mezzo di un set che non sta andando: chi esce dal campo è attesa da abbracci per quanto ha dato, chi entra pronta a dare tutta sé stessa incontra lo sguardo di chi pensa menomale che ci sei. In quell’onesta accettazione di condivisione della fatica e della sfida che non lascia spazio al divismo, c’è tutta la forza di questa nazionale italiana rinnovata. Nessuno cerca applausi in solitaria. Si vince insieme, si sbaglia insieme. È questa la forza della (nuova) Italia del volley.
E adesso?
Sabato 26 luglio (ore 16.00) l’Italia affronterà la Polonia nella semifinale della Nations League 2025 di volley femminile. La Polonia di Stysiak giocherà in casa supportata da un pubblico devoto alla pallavolo, dunque pronto ad incutere timore a chi osa sfidare le loro eroine nazionali. Una squadra di atlete estremamente competitive, che attuano un gioco fisico fatto di imponenti muri e attacchi taglienti oltre che potenti. Una sfida tra due squadre che non si misurano da quasi un anno, cambiate nei loro roster ma con la stessa voglia di vincere uno dei match classici della pallavolo internazionale.
Per scoprirlo, sarà dunque necessario tenersi ancora più strette per non farsi sopraffare dalle urla fiere dei tifosi polacchi. Tendersi la mano tra un punto e l’altro, stringersi forte tra le urla di un palazzetto ostile, trovare nell’intesa e nella fiducia la risposta a ogni palla difficile. E scoprire cosa c’è dopo il numero ventisette. La storia che queste ragazze stanno ancora scrivendo. E promette di essere memorabile.