In Scandinavia forse più che altrove la politica si sta interrogando molto sul rapporto tra bambini, pre adolescenti e adolescenti e gli smartphone. Non solo: si sta anche chiedendo se, visti i dati che vi illustreremo a breve, occorra anche un intervento di tipo politico, per cercare di frenare un po' quella che è una tendenza all'uso e abuso sempre più precoce degli strumenti tecnologici collegati a Internet.

Lo scorso anno, su questo, le autorità sanitarie svedesi avevano condiviso il pensiero secondo il quale i bambini di età inferiore ai due anni non dovrebbero essere esposti ad alcun tipo di schermo e gli adolescenti non dovrebbero trascorrere più di tre ore al giorno davanti a smartphone, tablet, laptop.

È di questa settimana la notizia che il parlamento finlandese ha approvato in via definitiva una legge che vieterà quasi del tutto l’uso degli smartphone e di altri dispositivi elettronici agli studenti delle scuole primarie e secondarie del paese: "La legge finlandese prevede che gli smartphone siano vietati durante le lezioni: gli studenti potranno usarli solo con il permesso degli insegnanti, e solo per motivi di salute o per lo studio. Se le regole non verranno rispettate, i telefoni potranno essere trattenuti dai presidi o dai docenti".

E anche la Danimarca ha annunciato di voler fare un passo oltre, e di voler vietare a scuola a tutti gli studenti tra i 7 e i 17 anni qualunque tipo di device.

Il caso Danimarca: un divieto totale e un nuovo modello educativo

Rimuovere i telefoni cellulari dalle scuole "ha dato ai giovani una pausa dalla vita online, insegnando loro come far parte delle comunità analogiche e allenare la loro capacità di attenzione", ha detto Rasmus Meyer, che ha guidato la commissione governativa danese per indagare sulla crescente insoddisfazione tra bambini e giovani. Il rapporto della commissione, pubblicato il mese scorso, ha sollevato l'allarme sulla digitalizzazione della vita dei bambini e dei giovani. Tra le sue 35 raccomandazioni c'era anche un cambiamento nella legislazione di modo da vietare i telefoni dalle scuole e dai club del doposcuola. La commissione ha anche detto che i bambini sotto i 13 anni non dovrebbero avere il proprio smartphone o tablet.

In un'intervista con il Guardian, Meyer ha detto che tutti i paesi europei dovrebbero vietare i telefoni cellulari nelle scuole e ha chiesto una regolamentazione dell'UE su questo, aggiungendo: "E se scopriamo tra cinque anni che era meglio con i telefoni, possiamo reintrodurli. Ma non credo che sarà così.” Le scuole, secondo il governo danese che ha dato fiducia alla sua commissione, dovrebbero essere senza telefono "per dare ai giovani una pausa dalla vita online, per insegnare loro come essere in comunità analogiche e per allenare la loro capacità di attenzione ... È anche un modo per proteggere le scuole e rispettarle come istituzioni importanti nella nostra società che non dovrebbero essere colonizzate da queste piattaforme digitali". I bambini a cui non era permesso portare il telefono a scuola, emerge dallo studio, avevano una migliore capacità di attenzione, erano più bravi a giocare tra loro ed erano più silenziosi e concentrati durante le lezioni.

La commissione ha scoperto che il 94% dei giovani in Danimarca aveva un profilo sui social prima di compiere 13 anni e che i ragazzi dai nove ai quattordici anni trascorrevano in media tre ore al giorno su TikTok e YouTube. L’obiettivo del governo danese è chiaro: creare un ambiente di apprendimento più sano e sereno, libero dalle distrazioni e dalle potenziali conseguenze negative associate all’uso eccessivo degli smartphone. “Appena un telefono entra nella camera di un bambino, occupa tutto lo spazio - spiega sempre Meyer - Rischia di distruggere la loro autostima".

Social, cervello e salute mentale

Ma stiamo proprio su questi ultimi, ovvero i teenager. Per loro smartphone significa soprattutto chat, social e video games. E qui le cose si fanno già complesse, tanto da diventare oggetto di studi che forse ancora ad oggi pongono più domande, invece che fornire risposte. Una certezza, tuttavia, c'è: le piattaforme social influenzano il cervello dei bambini in modo diverso rispetto a quello degli adulti. I cervelli dei bambini, a differenza dei nostri, si stanno ancora sviluppando, quindi sono più vulnerabili all'impatto di Snapchat, TikTok, Instagram, YouTube e Facebook. A partire dai 10 anni circa, il cervello subisce, infatti, un cambiamento fondamentale che lo spinge a cercare gratificazioni sociali, compresa l'attenzione e l'approvazione dei coetanei.

E oggi sono molti i bambini che ottengono uno smartphone proprio intorno a quell'età decisamente precoce, con accesso libero ai social media "e questo accesso - spiega la dottoressa Candice Jones al magazine Contemporary Pediatrics - è stato assolutamente collegato a problemi di salute mentale, tra cui ansia, depressione, problemi di immagine corporea. Questo bagaglio di disagi può iniziare dalla ricerca della popolarità, dal confronto sociale e persino dalla modifica della propria immagine con i vari filtri".

Attenzione in calo e smartphone vietati: l’approccio di Regno Unito e Italia

E poi c'è la soglia dell'attenzione, che cala man mano che cresce il tempo che si passa a scrollare. La cosa è ormai così comprovata, che il governo inglese per contrastare l'eccessiva esposizione dei ragazzi, fin dalla tenera età, a cellulari, tablet e altri dispositivi elettronici e migliorare le performance scolastiche ha vietato di portarli a scuola. Ci si era provato anche in Italia: il ministro Valditara aveva diffuso una circolare che proibisce l’uso degli smartphone a scuola. E viene specificato che il divieto vale “anche per uso didattico” fino alla fine delle scuole secondarie di primo grado, cioè fino ai 14 anni. Certo, poi basta andare davanti a una qualunque scuola media o superiore all'orario di uscita per vedere una marea di teste chine sugli schermi dei telefoni appena restituiti, ma tant'è, almeno nelle ore di didattica, ricreazione compresa, il detox digitale dovrebbe essere garantito.

Francia: stop agli smartphone sotto i 13 anni e “pausa digitale” a scuola

La Danimarca, dicevamo, non è l’unico Paese europeo a interrogarsi sull’impatto della tecnologia sui giovani. La Francia, ad esempio, ha vietato l’uso dei cellulari nelle scuole primarie e secondarie già nel 2018, ha sperimentato la pausa digitale, durante la quale gli studenti devono consegnare i propri dispositivi all’arrivo a scuola, e ha un presidente come Emmanuel Macron che in un rapporto recente ha detto che i bambini non dovrebbero essere autorizzati a utilizzare gli smartphone fino all’età di 13 anni e dovrebbe essere loro vietato l’accesso ai social media convenzionali come TikTok, Instagram e Snapchat fino all’età di 18 anni.

“Tecno-ferenza” e dipendenza da contenuti

Macron si è affidato a sua volta a un team di scienziati che hanno affermato di non voler "rimproverare i genitori", che a loro volta sono “vittime di una potente industria tecnologica”, e per questo suggeriscono che le stesse madri e gli stessi padri dovrebbero invece essere aiutati a evitare quella che chiamano “tecno-ferenza”, ovvero l'ossessione degli adulti in primis verso i loro smartphone. Perché questa dipendenza degli adulti, dicono, sta danneggiando lo sviluppo emotivo dei giovani. Amine Benyamina, parte del team di scienziati francesi, ha affermato: “La tecnologia è e rimarrà uno strumento fantastico, ma deve agire al servizio delle persone e non ridurle a servire un prodotto”. Per poi aggiungere che i device hanno effetti negativi sui bambini “in termini di vista, metabolismo… intelligenza, concentrazione e processi cognitivi”. Ha anche detto che la dipendenza dagli schermi non riguarda il prodotto in sé ma il contenuto: "Gli algoritmi che coinvolgono e stimolano nuovamente il sistema del piacere e sono costruiti per evitare di perdere interesse per il contenuto, e così innescano un tipo di dinamica di vera dipendenza”. E come la si riconosce, una dipendenza da smartphone? "Se avevi deciso - spiega la dottoressa - che volevi guardare giusto un paio di video, e poi ti ritrovi a passare tutta la sera a scorrere contenuti, allora devi metterti in discussione".