"Sotto la superficie" della fotografia e della 55a edizione del suo festival più atteso, puntato su orizzonti ed evoluzioni dell’Ottava Arte, a vibrare sono anche le evoluzioni, rivoluzioni e provocazioni della percezione e rappresentazione della donna. Sono gli incontri di Arles con soggetti e non più oggetti, davanti e dietro l’obiettivo del sistema dell’arte, della società e di questo viaggio che intraprendo con cinque progetti fotografici e molti più sguardi. Pronti a sondare i margini della società con una leggenda della fotografia documentaria come Mary Ellen Mark, insieme ai confini attraversati dallo spirito visionario di Cristina De Middel, tra i frammenti di corpo/casa di Nhu Xuan Hua & Vimala Pons e quelli di Ishiuchi Miyako. Vincitrice del Premio Women In Motion 2024 e tra le donne fotografe giapponesi della collettiva I’m so Happy You Are Here, propiziata dalla cosa più bella che puoi sentirti dire da una sorella.

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Courtesy of The Mary Ellen Mark Foundation / Howard Greenberg Gallery
Encounters - Mary Ellen Mark. Feminist demonstration, New York City, 1970


Mary Ellen Mark

La prima retrospettiva mondiale di Mary Ellen Mark, co-organizzata dalla C/O Berlin Foundation e dalla Mary Ellen Mark Foundation, occupa l'intero primo piano dell'Espace Van Gogh di Arles, con gli Encounters dello spirito libero e vagabondo di una testimone privilegiata di storie intime, dure e provocatorie, capace di scorgere l’individuo che siamo o potremmo diventare. Cronache dai margini della strada e della società, documentate con l’indipendenza che ha reso la fotografa americana anche la prima donna a entrare e uscire da Magnum Photos (1977 – 1981), guardando dietro il quotidiano delle prostitute di Mumbai e delle donne istituzionalizzate presso l'Oregon State Hospital, tra i bisognosi delle associazioni di beneficenza di Madre Teresa, o le protagoniste delle manifestazioni femministe.

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Courtesy of The Mary Ellen Mark Foundation / Howard Greenberg Gallery
Encounters - Mary Ellen Mark. Rekha with beads in her mouth, Falkland Road, Mumbai, India, 1978
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© Cristina De Middel Courtesy of the artist/Magnum Photos

Cristina De Middel

La pluralità di itinerari da seguire durante Arles 2024, tocca la sua maestosa chiesa dei Frères Prêcheurs e la dimensione più ancestrale della nostra natura, con lo spirito visionario della fotografa spagnola Cristina De Middel, entrata a far parte di Magnum Photos nel 2017, diventata presidente dell’agenzia nel 2022. Un Viaggio al Centro (del mondo) e le complessità della migrazione, ispirato a Jules Verne e gli avventori della Route 66, tra spose e cani con gli stivali, le sagome di animali preistorici, madonne caricate sul portapacchi delle auto e farfalle sulla cartina geografica, da Tapachula, al confine meridionale del Messico con il Guatemala, fino a ’Felicity’, la piccola città californiana ufficialmente designata "Centro del mondo”. Un'epopea eroica alla ricerca della speranza, restituita dalla stratificata sintesi tra realtà e finzione, fotografia documentaria e immagini elaborate, anche nel manifesto ufficiale di Aròes 2024, tra le pagine di Voyage vers le centre du monde (Éditions Textuel, 2024) e Journey to the center (RM Editorial, 2024).

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Courtesy of the Artist.
Heaven and Hell - Nhu Xuan Hua et Vimala Pons, Going Far, Running Aground, 2024

Vimala Pons & Nhu Xuan Hua

Il moto inarrestabile del viaggio, tocca anche quello dell’identità con il corpo-azione di nove donne, ispirate a eroine immaginarie e reali, attraverso la vertigine poetica e la struttura multidimensionale di Heaven and Hell. Una dimensione performativa, esposta per la prima volta all’église Saint-Blaise di Arles, con quella introspettiva del progetto fotografico di Nhu Xuan Hua e delle tracce musicali dell’album di Vimala Pons. Frammenti di tante storie e case-rifugio, trasformati in dialogo tra le due artiste durante la creazione delle immagini. Gli studi sul moodboard (rappresentazione visiva di concetti e idee creata utilizzando una disposizione di immagini, testi e altri materiali) di Nhu Xuan Hua, hanno creato la base per la musica e le parole di Vimala Pons. Le immagini hanno creato suoni e i suoni hanno adattato le immagini in uno stato costante di mutazione del processo creativo.

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Courtesy of the artist
Heaven and Hell - Nhu Xuan Hua et Vimala Pons, Ses clics et ses clacs, 2024
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Ishiuchi Miyako, Courtesy of the artist: The Third Gallery Aya
Belongings - Ishiuchi Miyako. Mother’s #35, Mother’s series

Ishiuchi Miyako

Il corpo della donna e della fotografia, accende il dialogo sul genere, la cultura e la memoria nella società contemporanea, invitando tutti a mettere in discussione la propria percezione della femminilità e del posto delle donne, anche nella Salle Henri Comte, con Belongings di Ishiuchi Miyako, vincitrice del Women in Motion Award 2024. La memoria fotografica e intima, di progetti come Mother's, ひろしま/hiroshima e Frida, emerge dai conflitti del passato per guardare meglio il presente, insieme ai germi dell'emancipazione femminile. La fotografa giapponese (1947, distretto di Nitta, prefettura di Gunma) afferma "Non avevo mai pensato al corpo di mia madre, e ora l'ho scoperto nel dettaglio, grazie alla fotografia. Fare una fotografia significa rendere visibili le cose invisibili che si trovano sotto la superficie». Still-life di dettagli e oggetti, resi soggetti di effetti personali, insieme a crepe, imperfezioni e cicatrici.

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Ishiuchi Miyako, Courtesy of the artist / The Third Gallery Aya
Belongings - Ishiuchi Miyako. ひろしま/hiroshima #37F donor. Harada A.
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Kawauchi Rinko, Courtesy of the artist / Aperture
Kawauchi Rinko. Untitled, the eyes, the ears series, 2002-2004. I’m So Happy You Are Here. Japanese Women Photographers from the 1950s to Now, Aperture

I'm so Happy You Are Here

L’esplorazione dei resti degli individui di Ishiuchi Miyako, dei frammenti luminosi della ricerca fotografica di Rinko Kawauchi, o dell'incursione nella dimensione alterata del reale di Shiga Lieko, alimentano la collettiva I'm so Happy You Are Here – Japanese Women Photographers From the 1950s to Now exhibition, organizzata da Aperture a Le palais de l’Archevêché. Per la prima volta insieme, venticinque artiste di diverse generazioni, offrono nuove prospettive sul Giappone, sulla fotografia giapponese e sul vivace contributo delle sue fotografe, dagli anni Cinquanta a oggi. Indagine che Arles 2024 estende a molte altre, tra la favola documentaristica di Marine Lanier, l’indagine provocatoria di Debi Cornwall o di Coline Jourdan, l’installazione di Marilou Poncin o quella che da una seconda morte alle opere moribonde di Sophie Calle nel Criptoportico di Arles.

How to: Les Rencontres de la photographie - Beneath the surface, Arles e dintorni (1 luglio - 29 settembre 2024). Maggiori info qui.