Il PNRR (Piano nazionale di Ripresa e Resilienza) è il documento che ciascuno Stato dell'Unione Europea deve predisporre per accedere ai fondi del Next Generation EU (NGEU), lo strumento introdotto dall’Unione europea per la ripresa post pandemia Covid-19. L'obbiettivo è quello di rilanciare l’economia degli Stati membri, rendendola più verde e più digitale. Si tratta in pratica di un pacchetto da 750 miliardi di euro, costituito da sovvenzioni e prestiti, della durata di sei anni, che vede al centro digitalizzazione, innovazione, competitività e cultura, a cui si aggiungono inclusione, coesione e salute.
L’Italia è stato fra i primi paesi a ricevere un prefinanziamento nell’ambito del dispositivo per la ripresa e la resilienza: la prima tranche di fondi è arrivata ad agosto 2021, il che significa che, secondo i calcoli, entro il 2026 il PIL aumenterà e che nel prossimo triennio l'occupazione raggiungerà un importante incremento. Gli obiettivi fondamentali del PNRR sono due: riparare i danni economici e sociali della crisi pandemica e contribuire ad affrontare le debolezze strutturali dell’economia italiana. E quali siano queste le debolezze lo sappiamo bene: divari territoriali tra Nord e Sud, ma sopratutto basso tasso di partecipazione femminile al mercato del lavoro. Sono infatti le donne la categoria più colpita dell'era Covid-19: l'occupazione femminile ha fatto un balzo indietro, arrivando al 48%. Significa che solo una donna su due ha un lavoro e molto spesso si tratta di contratti part-time - una condizione subita, e non scelta - che vedono dunque retribuzioni mediamente basse.
Altro dato inquietante riguarda l'istruzione: le donne infatti sono generalmente sovra-istruite rispetto al proprio impiego e in alcuni settori, come ad esempio nelle università, la presenza femminile è in netta minoranza rispetto a quella maschile. Ecco perché il rilancio dell'occupazione femminile è un tema fondamentale per la crescita economica e sociale del Paese: fondamentale per superare il gender gap, ma anche per riconoscere e collocare le competenze femminili che la pandemia ha fortemente danneggiato. L’obiettivo, per i prossimi tre anni, è di arrivare a un incremento del lavoro delle donne del 4%. Questo sarà possibile attivando progetti di varia natura, che spaziano dalla formazione all’inserimento lavorativo finale, ma anche incentivi e misure ad hoc.
All'interno del Pnrr, le nuove assunzioni previste impongono che almeno un terzo di esse sia rivolto alle donne. Ma non solo. Le misure del piano prevedono un aumento fino al 40% delle assunzioni a tempo indeterminato di ricercatrici: per raggiungere questo obiettivo, saranno promossi protocolli specifici con gli ordini professionali, i consulenti del lavoro e le università che metteranno a disposizione banche dati di curricula femminili. Sarà inoltre istituito il “Fondo impresa donna”, con ben 400 milioni di finanziamenti stanziati che andranno a finanziare le imprese al femminile, anche queste seriamente compromesse dalla crisi. Al centro del Piano, ci saranno anche le scuole, dato che occupazione femminile e famiglia vanno di pari passo.
Sono state tantissime le donne che negli ultimi due anni hanno dovuto rinunciare al lavoro per accudire i figli piccoli: si stima infatti che il tasso di occupazione delle donne con figli sotto i 5 anni è inferiore di oltre il 25 per cento a quello delle coetanee senza figli. Il Piano destinerà inoltre un finanziamento importante gli asili nido e alle scuole per l’infanzia, aumentando il numero di strutture e quindi di personale (se pensiamo che la maggioranza del personale è donna, potrebbe essere un'ottima soluzione anche per implementare il numero dei posto di lavoro). In conclusione, il Piano intende non solo favorire l'occupazione femminile, ma anche l'equità di genere: questo significa parità di salari e possibilità di accedere a settori in cui la prevalenza è maschile. Insomma, il Pnrr dovrebbe essere (e sia auguriamo che sia) all'insegna dell'Empowerment femminile: una sfida difficile e ambiziosa che potrebbe veramente cambiare il volto del nostro Paese.