La Svizzera, paese campione per numero di referendum, stavolta non è ricorso alla volontà popolare, ed ha, invece, deciso di accelerare in materia di diritti civili, permettendo dal primo gennaio 2022 a chiunque lo desideri di cambiare sesso semplicemente presentandosi in comune all’ufficio del registro civile. Nell'Europa che deve fare i conti con governi come quello di Viktor Orban in Ungheria, che ha promulgato come prima legge dall'acquisizione dei super poteri il divieto di cambio di sesso, ci sono paesi che stanno facendo del progressismo la linea guida dei processi di cambiamento. La Svizzera, infatti, non è un caso isolato, ma segue le orme di Irlanda, Belgio, Portogallo e Norvegia, nella decisione di semplificare un processo che semplice, spesso, non è, e consentire, dunque, alle persone di cambiare legalmente genere, senza prima doversi sottoporre per forza ad una terapia ormonale, o a diagnosi mediche o a ulteriori valutazioni e passaggi burocratici. In base alle nuove regole scritte nel codice civile svizzero, chiunque abbia compiuto 16 anni e non sia sotto tutela legale potrà modificare il proprio genere e nome legale con una semplice autodichiarazione. Gli altri, invece, avranno bisogno del consenso del tutore legale.
Nello stato confederale, dove lo scorso dicembre era stata approvata una nuova legge sul passaggio per le coppie gay dalle sole unioni civili ai matrimoni (bloccata dall'ala più conservatrice del parlamento, ma poi accolta con favore dai cittadini che sono stati chiamati ad esprimersi attraverso un referendum), oggi è stato attuato un cambiamento radicale per le persone transgender. Gli standard prescritti a livello regionale, infatti, spesso richiedevano il lascia passare del certificato di un medico che confermasse in modo praticamente clinico l'avvenuta transizione. Alcuni cantoni, invece, richiedevano anche che la persona si fosse sottoposta ad un trattamento ormonale o a una transizione anatomica, come "clausole" imprescindibili per cambiare legalmente il sesso, mentre, per un cambio di nome avrebbe potuto essere richiesta la prova che il nuovo nome fosse già in uso ufficiosamente da diversi anni.
La Svizzera è stato uno degli ultimi paesi d’Europa (almeno loro ci sono arrivati, qui di proposte di legge su questi temi nemmeno l'ombra, che neanche la Zan, pure affossata, li sfiorava nemmeno) a votare, lo scorso mese di settembre, una norma per legalizzare il matrimonio civile e il diritto di adottare bambini per le coppie dello stesso sesso, ed è stata uno degli ultimi paesi dell’Europa occidentale a farlo. Con le nuove regole sul cambiamento di genere, il paese elvetico si unisce a due dozzine di Stati in tutto il mondo che si sono posti l’obiettivo di separare la scelta di genere dalle procedure mediche. Mentre alcune altre nazioni europee, tra cui Danimarca, Grecia e Francia, hanno del tutto rimosso, appunto, il requisito delle procedure mediche, tra cui la chirurgia per la riassegnazione del sesso, la sterilizzazione o la valutazione psichiatrica, le loro regole richiedono comunque ulteriori passaggi, condizioni ed iter burocratici. La Spagna nel giugno 2021 ha approvato un progetto di legge che consente a chiunque abbia più di 14 anni di cambiare sesso legalmente senza una diagnosi medica o una terapia ormonale.
La Ley Trans voluta da Unidas Podemos parte da un semplice presupposto: non c'è nulla di patologico nelle persone transessuali. Il provvedimento, inoltre, riconosce le identità non binarie, prevedendo la possibilità di non indicare il sesso sui documenti d’identità e introduce l’accesso ai trattamenti per la fecondazione assistita alle "persone trans con capacità di gestazione". Sanziona, poi, le "terapie di conversione" e vieta gli interventi chirurgici sui bambini intersessuali. La Germania, invece, nel 2018 è diventata il primo governo europeo a introdurre un terzo genere, ma nel giugno 2021 ha affossato due progetti di legge volti a introdurre l'autoidentificazione di genere. Nel Regno Unito, un rapporto del Comitato multipartitico per le donne e l'uguaglianza, ha affermato che sarebbe pieno diritto per le persone transgender quello di poter dichiarare il proprio genere senza un controllo "ingiusto e eccessivamente medicalizzato".
Il documento sostiene anche che alle persone transgender non dovrebbe più essere richiesto di avere una diagnosi di disforia di genere da parte dei medici per essere riconosciute legalmente. Sotto il governo di Theresa May erano state sviluppate proposte per consentire alle persone di identificarsi semplicemente firmando una dichiarazione di legge e senza dover fornire prove di una diagnosi medica di disforia di genere, ma la proposta è stata presto (what a news!) accantonata dal nuovo premier Boris Johnson. Il quadro generale, insomma, delle direttive dei paesi europei in materia di identità di genere ci vede posizionati più o meno a metà strada, lontani dal nuovo modello svizzero, ma nemmeno allineati ed alleati rispetto agli ultra conservatori polacchi ed ungheresi. La debolezza italiana rispetto al tema dei diritti civili è un anello troppo debole, francamente, per il paese eletto nel 2021 come modello virtuoso dal magazine inglese The Economist.