I Giochi di Parigi 2024 volgono al termine e dopo la scorpacciata di medaglie di Tokyo 2020 — 40 podi, di cui 10 ori — le aspettative erano sicuramente altissime. Se grande soddisfazione è arrivata in discipline per le quali mancava il podio da troppo tempo come la ginnastica artistica o non era mai arrivato per l'Italia, come nel doppio femminile di tennis, la delusione è stata forte negli sport di squadra con l'ItalVolley e il Settebello, fermati in semifinale. Anche la scherma, da sempre un'eccellenza italiana, non ha dato il suo meglio salvo l'oro nella spada femminile a squadre. L'atletica ha lasciato quasi a bocca asciutta, mentre il judo è stata vittima di arbitraggi molto contestati. Un discorso a parte il caso della pugile Angela Carini, che ha scelto di ritirarsi sull'onda emotiva delle polemiche contro l'avversaria algerina Imane Khelif. A queste Olimpiadi c'è però un primato tutto italiano, quello dei quarti posti, che insegna il vero valore del fair play, che è insieme condotta e mindset, codice di comportamento e modo di pensare.

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Mondadori Portfolio//Getty Images
Simona Quadarella.

Se le medaglie di legno sono sempre le più dure da accettare, c'è da dire che per una stella che si spegne ce n'è sempre una che brilla più forte e quando i nostri atleti non sono riusciti a centrare il bersaglio per pochissimo — lo sport è questione di millimetri e millesimi, di sensazioni e imprevisti, di venti favorevoli e correnti opposte —, hanno dimostrato ancora meglio il vero significato di sportività, un valore che si esprime ai massimi livelli proprio alle Olimpiadi. Clamoroso è stato il quarto posto per un soffio di Benedetta Pilato, che a un passo dal bronzo nei 100 metri rana ha pianto lacrime di gioia per il netto miglioramento conseguito rispetto agli ultimi Giochi, dove non riuscì a superare le batterie — una reazione che ha scatenato la reazione esterrefatta dell'ex fiorettista Elisa Di Francisca, che dalla nuotatrice si aspettava rabbia, delusione e frustrazione, non certo orgoglio. "E che ci è andata a fare?" è stata la domanda della schermitrice, che in pedana ha sempre avuto l'occhio della tigre, ma che forse ha dimenticato che il suo doppio oro olimpico individuale e a squadre di Londra 2012 lo conquistò a 30 anni, non a 19.

"A noi giovani va dato il tempo di fare" ha dichiarato Benedetta, che a 14 anni ha vinto una medaglia mondiale, a 16 ha conquistato il record del mondo nei 50 metri rana, e che negli ultimi anni ha sentito tutto il peso di cosa significhi essere considerata una predestinata. Altra età, pressioni simili per Simona Quadarella, quarto posto sofferto sia negli 800 che nei 1500 metri stile. "Ho lottato tanto, è stata una gara faticosissima — ha commentato ai microfoni di Rai Sport —. Ero stanchissima, le gambe mi scoppiavano. Cos’è successo? Forse troppe aspettative, troppe pressioni, l’ho vissuta come la gara della vita, come la mia ultima cartuccia da sparare".

Un altro fuoriclasse che ha dovuto fare i conti con i propri limiti, stavolta più fisici che mentali, è stato Massimo Stano. Campione olimpico nella 20km di marcia a Tokyo, è arrivato a Parigi reduce da un infortunio: colpa di una bottiglietta di vetro finita sotto il piede sinistro durante una gara. "Ho capito che da un momento all'altro puoi perdere tutto", aveva dichiarato prima dei Giochi, dove è arrivato forte di una preparazione atletica eccellente, un recupero quasi impossibile in soli 55 giorni e una grande consapevolezza derivata anche dal percorso psicologico intrapreso. "Come mi ero ripromesso insieme al mio psicologico mi sono concentrato molto su me stesso, non sugli altri, sugli avversari, e quindi l'obiettivo oggi per me era di dare il massimo" ha dichiarato dopo la gara, persa per un secondo. "C'è rammarico, la medaglia la vogliamo tutti, ma allo stesso tempo sono felice. Ero curioso di sapere cosa potessi valere oggi. Mi sono ripromesso con il mio allenatore di conquistare ogni giro con il sorriso e così ho fatto. Sorridevo perché per me ogni chilometro è una conquista". Campione nello sport e nella vita, che promette: "Cercherò di insegnare e trasmettere i migliori valori possibili, e portare in questo magnifico mondo i ragazzi perché lo sport è bello e ti fa vivere emozioni come marciare sotto la Tour Eiffel, che è una cosa fantastica".

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Massimo Stano, quarto nella 20km di marcia.

Orgoglio e consapevolezza anche per il duo composto da Lorenzo Marsaglia e Giovanni Tocci ai Mondiali, che ai Mondiali di Doha avevano conquistato l'argento e che a Parigi hanno fatto la loro migliore prestazione stagionale con record di punti nella gara di tuffi in sincro dai tre metri. Cina, Messico e Gran Bretagna hanno fatto meglio e i due azzurri si sono dovuti fermare a un passo dal podio, ma con una solidità che un quarto posto riesce a forgiare molto più di una medaglia. "A Tokyo abbiamo gareggiato nel silenzio – hanno detto dopo la gara, colmi di gratitudine –. Ora il tifo era assordante". Per loro è questa l'altra faccia della medaglia mancata.

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