In Giappone un milione e mezzo di ragazzi vive chiuso in casa, senza contatti sociali, quasi totalmente isolato dal resto del mondo. Queste persone si chiamano hikikomori e hanno fatto del confinamento la loro scelta di vita. Il fenomeno, registrato per la prima volta negli Anni 80, ha avuto negli ultimi anni derive pericolose anche in altri Paesi al punto da convincere la Sud Corea ad approvare una serie di provvedimenti per contrastare questa tendenza tra i più giovani. È di queste settimane la decisione del governo, guidato daMoon Jae-in, di introdurre un indennizzo economico per tutti i bambini e ragazzi di età compresa tra i 9 e i 24 anni per convincerli ad uscire di casa.

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Il governo ha previsto un indennizzo economico per i giovani tra i 9 e i 24 anni.

L'iniziativa, che prevede lo stanziamento di 650mila Won al mese (circa 450 euro), è partita dal Ministero dell'Uguaglianza di Genere e della Famiglia, alla luce degli ultimi allarmanti dati riportati dal Korea Institute for Health and Social Affairs, che ha stimato circa 338mila casi di hikikomori nella fascia d'età che va dai 19 ai 39 anni (circa il 3% del totale). Di questi, il 40% ha iniziato l'isolamento già durante l'adolescenza. "I giovani solitari possono avere una crescita fisica più lenta a causa della vita irregolare e della nutrizione squilibrata, e rischiano di affrontare difficoltà mentali come la depressione a causa della perdita di ruoli sociali e dell'adattamento ritardato" spiega il ministero, sottolineando l'importanza del "supporto attivo" alle fasce più esposte – non solo gli hikikomori, ma anche i ragazzi senza istruzione che sono a rischio delinquenza – attraverso un incentivo economico.

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Il 3% dei giovani ha scelto il ritiro sociale e l’isolamento.

Per tutti coloro che ne faranno richiesta presso un centro di assistenza amministrativa locale (ma la domanda può essere presentata anche per conto di terzi da tutori, consulenti o insegnanti) è previsto, insieme all'indennità economica, un progetto sociale di sostegno e reinserimento nel sistema scolastico e nel lavoro. La polizza prevede anche un aiuto per quanto riguarda la salute. Sono previsti tra l'altro alcuni interventi di chirurgia estetica gratuiti per coloro che, per esempio, desiderano rimuovere una cicatrice di cui "potrebbero vergognarsi". Alcune città come Seoul, la capitale del paese, sono già dotati di un "Reclusive Youth Support Project" che fornisce consulenza sulla salute mentale dei giovani che vivono isolati in casa, incoraggiando lo sviluppo di hobby, la formazione lavorativa e il life coaching. Nel piano del governo è previsto anche il potenziamento delle reti di sicurezza sociale e dei sistemi di diagnosi precoce di eventuali disagi psicologici in coordinamento con i centri di riabilitazione.

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Il governo provvede anche alle spese di chirurgia plastica per eliminare vecchie cicatrici che creano disagio.

Se la pandemia ha rappresentato per tutti i Paesi una sfida che ha messo a dura prova la tenuta psicologica dei ragazzi di tutto il mondo, Italia compresa, la Sud Corea sconta anche altre problematiche come un alto grado di competitività tra i più giovani, cresciuti in una società che è abituata ad attribuire un'enorme importanza al successo professionale. Il sistema educativo è uno dei più competitivi e stressanti al mondo, ma il tasso di disoccupazione è pari al 7,2%, non a caso il tasso di suicidi tra i più alti di qualsiasi economia sviluppata. Di fronte ad una simile pressione psicologica non sorprende che i ragazzi preferiscano il ritiro sociale.

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In Corea del Sud c’è il tasso di suicidi più alto al mondo.

C'è poi un ultimo fenomeno da considerare, che è quello della scarsa natalità. Nel 2022 la Corea del Sud è stato l'unico Paese al mondo ad avere un tasso di fertilità inferiore a uno, il che significa che le donne hanno in media "0,78" figli. Il crollo della natalità, che il governo spera di contrastare anche con questo incentivo economico, è il risultato di politiche patriarcali ispirate al confucianesimo fortemente penalizzanti per le donne, che negli ultimi anni, per reazione, non aspirano più a fare figli, ma sognano l'indipendenza, prima di tutto dei loro corpi. Non è da escludere che ascoltando e assecondando le richieste delle più giovani, anche l'emergenza dell'hikikomori possa ridimensionarsi. Ancora una volta il futuro delle donne coincide con il futuro di un intero Paese.

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