L’ultima frontiera del gastronauta più sofisticato e curioso è l’oleoturismo. Degustare - ma anche partecipare alla raccolta e assistere alla produzione - dell’olio extravergine di oliva è un saporito viaggio nello spazio e nel tempo. Il turismo legato “all’oro liquido”, poi, consente di scoprire territori fuori dai sentieri più battuti, assaporando l’anima autentica di un Paese nel nome dello slow travel.
Sua eccellenza l'Istria
Flos Olei è la bibbia dell’extravergine: seleziona e valuta 500 dei migliori produttori al mondo. Di questi, ben 73 sono nella penisola croata dell’Istria, non male per una regione che occupa lo 0,000024% della superficie del Globo. Una storia d’amore millenaria, tra questa fertile terra rosso fuoco e l’olio, che pianta le sue radici con gli antichi Greci, svetta verso il cielo grazie a varietà autoctone come la buža, la bianchera e la carbonazza, e vanta un importante capitolo datato 2019, quando l’evo istriano viene incoronato dalla denominazione europea di origine protetta. Un’epopea che oggi continuano a scrivere, e a raccontare, produttori come Ipša, nella Top 20 di Flos Olei e organizzatore di degustazioni che da sole valgono il viaggio in questa zona. Che riserva, peraltro, anche borghi medievali di grande fascino come Motovun. Altra eccellenza istriana, Mate, in un terroir di 27.500 ulivi scenograficamente affacciato sul mare turchese dell’insenatura di Punta Salvore.
Spagna alle stelle
L’oleoturismo ha il sapore del riscatto per la provincia di Jaén, in Andalusia, immensa produttrice di evo con i suoi 66 milioni di ulivi, ma pressoché sconosciuta ai circuiti turistici convenzionali. Li conosceva bene, invece, i produttori di Jaén, il poeta Miguel Hernández (1910-1942) che così li celebra in Aceituneros (1937) “Andalusi di Jaén, orgogliosi olivicoltori, ditemi nella vostra anima, chi, chi ha allevato gli ulivi? Non sono stati allevati dal nulla, né dal denaro, né dal signore, ma dalla terra silenziosa, dal lavoro e dal sudore”. La visita alle fattorie degli orgogliosi olivicoltori di oggi disegna un itinerario che non attraversa solo il 20% della produzione mondiale di olio racchiusa in 300 frantoi, ma cittadine Patrimonio Unesco come Úbeda e Baeza dall’atmosfera araba, tre parchi naturali, e la stessa città di Jaén. Soprannominata il Miglio d’Oro perché vanta ristoranti stellati come Bagá, Dama Juana, Radis e Malak, tutti concentrati in pochi isolati del centro. Per citare un oleificio su tutti, il pluripremiato Oro Bailén. Organizza visite guidate al suo frantoio per scoprire tutte le fasi del processo, dall’estrazione all’imbottigliamento, fino “ai principi fondamentali dell’analisi sensoriale, che includono percezioni olfattive, gustative e retronasali”. Un interessante esercizio per scoprire aromi inaspettati fluidificati nell’olio come quelli di pomodoro, mela, banana, yogurt, fico ed erba appena tagliata… Il tutto corredato da una passeggiata negli uliveti.
Come Urla la Turchia
A un’ora da İzmir - celeberrima per l’area archeologica di Smirne, il vivace bazaar e le belle spiagge sull’Egeo - la regione di Urla, incastonata nella penisola di Çeşme, è un eden per l’oleoturista. Che non lascia a bocca asciutta neanche l’amante dei vini: il territorio è attraversato dalla Strada dei Vigneti di Urla con vitigni autoctoni come boğazkere, bornova misketi, sultaniye e filari antichi oggi protagonisti di una lungimirante riscoperta. Per andare dritti alla sorgente della produzione olearia locale, Hiç che è tante cose insieme: foresta di ulivi, frantoio, locanda e produttore di ceramiche come quelle che nei tempi antichi imbottigliavano l’olio e il vino di Urla per imbarcarli sulle navi e rifornire tutto il Mediterraneo. Cuore pulsante dell’universo gourmet, dove il mantra è farm-to-table, la città di Urla con l’olio condimento dei piatti stellati Michelin dei ristoranti Vino Locale e Od Urla, quest’ultimo con i tavoli apparecchiati sotto l’argentea ombreggiatura di un uliveto.
Slovenia e Grecia in tour
In gita giornaliera da Atene si raggiunge la Kotsonis Estate, tenuta di 100 ettari sulle colline dove la regione dell’Argolide si fonde con quella dell’Arcadia. I tour guidati illustrano i metodi tradizionali e moderni di estrazione dell’olio biologico, intrecciati con la storia della famiglia che, da quattro generazioni, manda avanti l’azienda.
Si chiama Vintage gourmet tour, infine, l’esperienza possibile in Slovenia dove gli uliveti della famiglia Lisjak, il più grande produttore del Paese, si raggiungono a bordo di van arrivati fin qui dall’epoca hippy. Durante il tragitto, che si snoda lungo la costa, soste a punti panoramici. Una volta a destinazione - l’oleificio si trova ai margini della riserva naturale di Strunjan - degustazione guidata delle otto varietà d’olio della casa e test della cosmetica prodotta dai noccioli d’oliva. Buono e bello non possono che viaggiare insieme.