"Il museo segreto di ogni città è un negozio di alimentari. È dove puoi afferrare, spremere e annusare i prodotti locali senza sembrare strano. Il pescivendolo gestisce un acquario. Il macellaio è un guardiano dello zoo. Ma i negozi di alimentari conservano anche i piaceri proibiti di una cultura", scrive Richard Morgan sul New York Magazine.

Un concetto simile lo esprime anche la giornalista Arwa Mahdawi sulle pagine del Guardian: "Se mi teletrasportassi in una città straniera per un giorno e mi dessi la possibilità di scegliere tra un giro al supermercato o un museo, sceglierei quasi sempre il supermercato. Non è (solo) perché preferisco gli snack alle nature morte, ma perché un supermercato è esso stesso un museo: un piccolo spaccato della vita locale."

Così, quello che un tempo sembrava solo un modo pratico per acquistare generi di prima necessità, è diventato un’esperienza culturale a tutti gli effetti, tanto da guadagnarsi un nome preciso: grocery tourism.

Cos'è il grocery tourism?

Per anni il concetto di viaggio ha seguito un copione ben definito: centri storici, musei, monumenti, attrazioni principali e una tappa obbligata nei negozi di moda. Poi le capitali europee si sono omologate. Le vie dello shopping si sono riempite di Zara, H&M, Apple Store e Flying Tiger, riproponendo gli stessi format in ogni angolo del mondo. Visitare Londra, Parigi o Tokyo in agosto è diventato un'esperienza più stressante che stimolante, mentre i ristoranti a conduzione familiare hanno lasciato il posto alle catene globali dell’hospitality, spesso con prezzi gonfiati e una qualità discutibile.

In quali luoghi è rimasto il contatto autentico con la cultura locale? Semplice, nei supermercati. Passeggiare tra gli scaffali delle catene di supermercati all'estero è diventato un piccolo rito, perché nulla racconta un paese meglio dei suoi prodotti e generi alimentari quotidiani. Comprando un sacchetto di patatine alla paprika extra piccante, un tè istantaneo al latte o una confezione di mochi ripieni di gelato, si scopre in realtà un mondo di sapori che non si trova nelle guide turistiche.

I supermercati migliori per il grocery tourism

Non è un caso se i 7-Eleven in Giappone abbiano conquistato Millennial e Gen Z. I convenience store sono diventati un vero fenomeno culturale, con interi video dedicati ai migliori snack da provare e vetrine che attirano influencer e viaggiatori in cerca di esperienze low-cost ma autentiche.

Secondo un report pubblicato da The Bucket List Company, tra le destinazioni più gettonate per il grocery tourism ci sono il Messico: i supermercati come Bodega Aurrerá e OXXO sono diventati meta di pellegrinaggio per chi vuole assaggiare Takis nei gusti esclusivi Guacamole e Fuego Azul o provare i dolci al tamarindo dal sapore speziato; la Corea del Sud, dove anche i punti vendita di Emart sono diventati il paradiso degli amanti dei noodles istantanei, con varianti audaci come fagioli neri e pollo extra piccante; e la Thailandia. I 7-Eleven thailandesi sono talmente famosi da contare oltre 40mila post su Instagram, con tanto di hashtag #7ElevenThailand. Qui la star indiscussa è la selezione di toast farciti e piatti pronti della cucina locale.

    In Francia e Spagna sono molto apprezzate le filiali di Carrefour, grazie alla loro selezione di formaggi, dolci e prodotti locali. Infine, tra i supermercati più cercati al mondo, ci sono anche Walmart e Target, un'attrazione per chi vuole fare shopping gastronomico tra cereali introvabili in Europa, burro di arachidi in mille varianti e bibite aromatizzate ai gusti più improbabili.

      E in Italia? I migliori supermercati e mercati da visitare

      Anche l'Italia è un'ottima destinazione per il grocery tourism. I mercati all'aperto restano una delle tappe obbligate per chi cerca un’esperienza autentica, tra banchi di frutta di stagione, formaggi regionali e panifici storici. Quando si tratta di supermercati, due grandi catene sembrano conquistare i turisti: Esselunga e COOP. Sempre secondo gli esperti di viaggio di The Bucket List Company, i prodotti più consigliati da portare a casa sono i biscotti e il cioccolato (dal classico Pan di Stelle ai Baci Perugina, un souvenir italiano sempre apprezzato); la pasta artigianale e i prodotti da forno freschi. Nei reparti gastronomia e panetteria si trovano autentiche chicche locali, dalle focacce liguri ai taralli pugliesi.

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