Chissà se puntava ad un effetto depistaggio, il comune di Venezia, che proprio mentre è ben conscio del fatto che tutti gli occhi sono puntati sulla città più romantica del mondo per il Festival del Cinema, è tornato, e stavolta con risolutezza, sulla questione della tassa d'ingresso per i turisti. "Tassa" non è una delle parole più apprezzate dalle persone, e forse proprio l'uso, non del tutto appropriato come vedremo, del termine, ha sempre creato attorno a questa proposta uno sconcerto esagerato. Di fatto, quello che il sindaco sindaco Luigi Brugnaro ha, insieme alla sua giunta, deciso di approvare, è l'introduzione di un "contributo d'accesso" di 5 euro per i turisti che visiteranno il centro storico di Venezia in giornata, e che sarà valido per 30 giorni all'anno.

I cosiddetti giorni da "bollino nero", ovvero quelli nei quali la mole di persone che si riversa tra Piazza San Marco e il Ponte di Rialto, è immensa. Esagerata. Troppa. E allora tanto vale ricavarci qualcosa, da quella presa d'assalto che è difficile arginare. Non solo a Venezia, ma in molte parti d'Italia. I grandi flussi turistici sono un problema per il nostro paese, non solo una fonte di guadagno. Una delle città di mare più affascinanti del paese, Portofino, ha introdotto quest'estate una normativa per dissuadere i turisti che si soffermano per i selfie: ci saranno multe fino a 275 euro se bloccano il traffico o i pedoni in due "zone rosse" della sua bellissima baia. Ed è solo l'ultima di una serie di misure draconiane adottate dai comuni italiani per far fronte alle mandrie di vacanzieri: ci sono multe fino a 2.500 euro per chi percorre i sentieri sopra le Cinque Terre (cinque paesi della Liguria) in infradito o sandali; non è più consentito consumare snack all'aperto nel centro di Venezia o in quattro vie centrali di Firenze; puoi essere multato di 250 euro solo per esserti seduto su Piazza di Spagna a Roma; e una spiaggia, a Eraclea, ha addirittura vietato la costruzione di castelli di sabbia (multa massima 250 euro) perché ritenuti ostruzioni inutili.

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Il primo cittadino veneziano Brugnaro ha, dunque, rotto gli indugi proprio nei giorni della kermesse cinematografica del Lido. E così, dopo quattro anni di confronti, bozze e polemiche, si parte con il contributo (anche se in via sperimentale, quanto garbo questi veneziani) dal 2024. Probabilmente sarà scelto un giorno compreso tra Pasqua e il 25 aprile. Perché sarà la giunta a stabilire nelle prossime settimane il calendario dei giorni in cui sarà obbligatorio prenotare e, per i turisti giornalieri pendolari (cioè coloro che non soggiornano negli hotel del comune di Venezia), anche pagare i 5 euro della discordia.

Succederà per un mese all'anno, pescando tra ponti primaverili e weekend particolarmente affollati di giugno e luglio. In quei 30 giorni individuati dal Comune non esisterà, tuttavia, alcun tetto o limite numerico di visitatori che potranno accedere alla città. In un comunicato il comune ha scritto che il ticket sarà acquistabile tramite una piattaforma «multilingua e multicanale», ossia utilizzabile su diversi dispositivi, che sarà resa disponibile nei prossimi mesi. Non tutti i visitatori giornalieri dovranno pagare: saranno esclusi per esempio i ragazzi e le ragazze con meno di 14 anni, i residenti nel comune di Venezia, chi entra per lavoro o per studio. Saranno esentati anche i residenti in Veneto (che però dovranno comunque prenotarsi sul portale), chi deve usufruire di cure mediche, chi partecipa a competizioni sportive e i parenti dei residenti fino al terzo grado, ad esempio una zia.

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«Ci poniamo così come apripista a livello mondiale, consapevoli dell’urgenza di trovare un nuovo equilibrio tra i diritti di chi a Venezia ci vive, ci studia o ci lavora e di chi visita la città — ha spiegato l’assessore al Turismo Simone Venturini, mentre in tutto il mondo si stilano classifiche dei migliori film e dei migliori look da red carpet visti al Lido — Per questo, in determinati periodi e in alcune giornate, si rende necessaria una gestione dei flussi innovativa, in grado di porre un freno al turismo giornaliero. Di sicuro non è un provvedimento per fare cassa». Da una prima stima sono infatti diecimila i turisti giornalieri che mediamente affollano il centro storico lagunare.

Nelle intenzioni del comune, dunque, il contributo dovrebbe servire a «disincentivare il turismo giornaliero in alcuni periodi, in linea con la delicatezza e l’unicità della città». Ma se qualcuno già protesta per la "tassa" veneziana, alcuni rappresentanti dell'opposizione in giunta comunale, ritengono che i 5 euro siano troppo pochi. Lo sostiene, per esempio, Monica Sambo, del Partito Democratico, che al Corriere del Veneto ha detto che «l’idea che facendo pagare 5 euro in pochi giorni l’anno si possa salvare la città dal sovraffollamento turistico è l’emblema di una giunta che non ha idee». Oltre alle polemiche, tuttavia, per Venezia si presenteranno anche difficoltà pratiche, come la necessità di promuovere una campagna di informazione a livello mondiale per informare i turisti delle nuove regole. Ah, no, scusate: a questo penserà la Venere di Open to Meraviglia.

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