I disturbi dell’umore sono molteplici e complessi, a volte non facili da identificare e spesso considerati una sorta di tabù da parte della società. I media hanno iniziato a trattare tali condizioni in modo più approfondito quando molte celebrità del panorama internazionale hanno deciso di parlare liberamente del loro bipolarismo: una fra tutte, Kim Kardashian, che ha voluto puntare i riflettori sulla malattia.

Personaggio da milioni di follower, la Kardashian è quindi riuscita a fare una sorta di opera di sensibilizzazione portando alla luce una problematica spesso poco considerata, che colpisce milioni di persone che non possono permettersi il lusso di accedere all’assistenza sanitaria. L'ANSA stima che più di 120mila persone in Italia convivono con il disturbo bipolare, che colpisce inevitabilmente amici e familiari vicini a chi ne soffre. È una condizione caratterizzata da cambiamenti di umore ed energia, che possono essere estremi.

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Handout//Getty Images

Kim Kardashian aveva chiesto "compassione ed empatia" nei confronti del disturbo bipolare dell'ex marito Kanye West

Sally Newall, la sua storia da bipolare

Chi ha sofferto – o soffre ancora – di disturbo bipolare racconta di episodi di depressione così profondi da pensare di non essere fatto per questo mondo; mesi di ipomania, in cui ha mostrato una versione brillante di sé pur dormendo pochissimo, irritabilità e momenti di decisioni sbagliate nella vita (spese eccessive, per esempio).

Tra le persone affette da questo problema c’è l’autrice Sally Newall, che ha raccontato come il suo percorso verso la diagnosi conclusiva sia durato ben quattro anni perché inizialmente si recava dallo psichiatra solo quando era giù di morale. In quel periodo, le venivano prescritti degli antidepressivi che, puntualmente, interrompeva non appena il suo umore cambiava. Solo quando ha consultato un altro psichiatra e le sono state chieste più informazioni in merito alle sue abitudini, si è arrivati alla diagnosi e alla prescrizione di uno stabilizzatore dell'umore, la Lamotrigina.

Per Sally Newall il percorso è stato pressoché veloce perché si è avvalsa dell’aiuto di professionisti privati, ma la stragrande maggioranza dei pazienti non vedrà le stesse persone ogni volta che avrà bisogno di aiuto perché in un sistema poco finanziato e sovraccarico, il rischio di diagnosi errate è alto. Quando il bipolare non viene trattato, i sintomi possono essere devastanti. Uno studio del 2021 della Commissione Bipolare, istituito da Bipolar UK, ha rilevato che due terzi dei malati avevano perso il lavoro e avevano il doppio delle probabilità di divorziare, mentre il 15% aveva perso la casa. Un terzo aveva tentato il suicidio nel periodo in cui non era stato diagnosticato il problema.

Ad oggi, per questa malattia, sono stati fatti diversi passi avanti, soprattutto dopo la pandemia. L’organizzazione benefica e il Royal College of Psychiatrists hanno rilasciato una dichiarazione congiunta chiedendo al governo di ridurre il ritardo medio nella diagnosi fino a cinque anni, sottolineando la necessità di considerare il disturbo grave quanto altri problemi di salute mentale, con un piano di trattamento adeguato e previsto dal servizio sanitario nazionale.

Nella messa in scena della storia, Big Mood, Sally Newall ha notato molte cose diverse dalla sua personale esperienza. Maggie ha sofferto di allucinazioni – non aiutate dall’assunzione di droghe a scopo ricreativo – ed è stata anche autolesionista. Incapace di fermare la spirale distruttiva, ha spinto la sua amicizia con Eddie al limite. Poi ci sono stati gli effetti collaterali dei farmaci al litio che l'hanno lasciata con una nebbia cerebrale paralizzante rendendola incapace di lavorare.

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© Channel 4
Lydia West and Nicola Coughlan in ’Big Mood’

In una intervista con Bipolar UK, la regista di Big Mood, Rebecca Asher ha riconosciuto che "non sarebbero mai stati in grado di creare un unico ritratto che potesse rappresentare l'esperienza del bipolarismo nella sua forma più ampia", quindi la gente dovrebbe osservare il personaggio di Maggie senza considerarla un esempio generico della malattia.

Articolo tradotto da collaboratori esterni, per info e collaborazioni rivolgersi alla redazione