Avvertire che il lavoro “stressa” è un sentire comune, ma quanto c’è di vero in questa affermazione? Come riconoscere questo stress o separarlo dal resto delle emozioni della nostra vita personale? E cosa accade se la situazione peggiora?

Cos'è lo stress?

Lo stress è una condizione che può essere segnalata da disturbi di natura fisica, psicologica o sociale ed è la risultante del fatto che in alcuni casi non ci si sente in grado di rispondere alle richieste o alle aspettative, insomma quando le risorse che abbiamo ci appaiono inferiori a quelle necessarie per affrontare la situazione. La sensazione d’essere sopraffatti da preoccupazioni e responsabilità, tempi ristretti e scarso riconoscimento può essere un affanno momentaneo o necessitare uno stop per poterlo affrontare. Lo stress non è solo lavorativo, può riguardare in generale le richieste a cui ci sentiamo sottoposti.

Qual è la differenza tra stress e burnout?

Ma l’argomento non è così semplice come può apparire: qual è per esempio la differenza con il burnout? E come facciamo a sapere da cosa dipende il nostro stress? E cosa possiamo fare per risollevarci? Domande chiare ma che necessitano di risposte precise dato che lo stress cronico ha ripercussioni anche fisiche: per questo nel rispondere a questi dubbi ho chiesto di far luce a Barbara, psicoterapeuta di Milano che si occupa in modo specifico di problematiche lavorative, burnout e mobbing.
Una persona come fa a capire che si trova in una situazione di burnout e non si tratta solo di stress?

La sintomatologia di base è molto simile: stanchezza, stati d’ansia, sintomi psicosomatici (mal di testa, insonnia, disturbi intestinali), modifiche nell’alimentazione, aumento dell’abitudine al fumo, chiusura in se stessi (la stanchezza porta a non aver voglia di uscire e confrontarsi con altri). In ambedue le condizioni ci si può sentire particolarmente nervosi e irritabili (si scatta per un nonnulla con reazioni anche eccessive). Ciò che differenzia il burnout da una condizione di stress è che, secondo l’OMS nella nuova revisione del’ultima definizione dell'International Classification od Disease (Icd11 - maggio 2019), il burnout si riferisce soltanto alla sfera lavorativa e non deve essere esteso ad altre aree della propria vita. In pratica non si può parlare di burnout se si è affetti da stress cronico in altre situazioni e ambiti, come quello familiare, amicale o relazionale.

Cos'è il burnout?

Per parlare di burnout inoltre devono esserci tre elementi cardine:
Esaurimento emotivo: sensazione di esaurimento mentale o fisico; si ha la sensazione di essere inariditi a causa del proprio lavoro; ci si sente stanchi, spossati non ci si riesce rilassare e a recuperare; manca l’energia per affrontare nuovi progetti;
Depersonalizzazione: aumento della distanza mentale dal proprio lavoro, si sperimentano sensazioni di negatività e cinismo relativi alla propria occupazione/ruolo; si prova fastidio verso il lavoro e i colleghi/utenti e si mettono in atto atteggiamenti di distacco e indifferenza nel tentativo di proteggersi da ulteriori delusioni;
Ridotta efficacia professionale: nella persona cresce la sensazione di inadeguatezza, si riduce la fiducia nelle proprie capacità e in sé stessi; qualsiasi progetto nuovo viene vissuto come fonte di tensione e ansia.”

A chi rivolgersi se si pensa di trovarsi in una situazione di burnout?

“Innanzitutto rivolgersi tempestivamente ad un professionista della salute mentale ed iniziare un percorso di recupero delle proprie risorse, prima che la condizione di disagio diventi cronica. È importante, inoltre, rivolgersi al Medico Competente dell’azienda. Questi è la figura preposta alla tutela della salute del lavoratore e che può intervenire in maniera tutelante attraverso il giudizio di idoneità (ponendo ad esempio alcune limitazioni temporanee). Se i rapporti sono buoni si può parlare con i colleghi (senza entrare nel dettaglio del proprio stato di salute) e con i responsabili per trovare nel gruppo il supporto necessario ad affrontare il periodo di difficoltà.”
Se si tratta solo di stress lavorativo quali sono le cose che si possono fare per sentirsi meglio?

“Sicuramente tutto ciò che ho detto nella risposta precedente: attivandosi prima che la condizione di stress arrivi a livelli ingestibili. È inoltre importante cercare di capire cosa nell’organizzazione del lavoro mi provoca stress. Posso provare a proporre delle modifiche organizzative ai miei responsabili, mantenere un dialogo aperto con i colleghi. Trovare nel tempo libero attività che mi permettano di “staccare la spina” e ricaricare le batterie. Anche una semplice passeggiata all’aria aperta o un hobby possono essere momenti di decompressione.”
Capiamo parlando con la psicologa che lo stress non è solo lavorativo e che il burnout è una condizione che ha requisiti specifici. La psicologa Barbara ci sta inoltre dicendo una cosa importante: non dare il malessere per scontato, ma attivarsi individuando gli antecedenti di ciò che ci stressa e parlandone in un dialogo aperto con chi può aiutarci ad individuare soluzioni. Ma anche imparare a trovare soluzioni per decomprimere intanto che troviamo ciò che più si avvicina all’equilibrio tra ciò che possiamo dare al lavoro e la situazione nella quale siamo immersi.